A META' DEGLI ANNI OTTANTA LA GIUNTA CAPUZZO AVEVA GIA' DETTO NO ALL'ASPICA DOPO LA MASSICCIA RACCOLTA FIRME POPOLARE DI RENATO DE PAOLI.
INTANTO MONTA LA PROTESTA DELL'IMPRENDITORE DI ASPARETTO A CUI HANNO CHIUSO L'IMPIANTO. IL GIOVANE IMPRENDITORE VELLA TIRA IN BALLO COMUNE DI CEREA , PROVINCIA, WWF E PRESUNTI INTOCCABILI. "ERA L'UNICO CHE LAVORAVA CON UNA CERTA CORRETTEZZA" AFFERMA QUALCUNO " " VOLEVANO TRAFERIRIE IL PERMESSO AD UN'ALTRO E METTERLO NELLA CONDIZIONI DI VENDERE TUTTO" "NON HA PAGATO IL PIZZO" SI CAPISCE DALLLE DICHIARAZIONI ROSSE SCRITTE INTORNO AL CANTIERE IN VIA RONCHIEL SULLA TRADA TRA TARMASSIA CROSARE BOVOLONE - ASPARETTO - SCRITTE CONTRO LO STATO ITALIANO CHE NON GARANTISCE IL RISPETTO NEANCHE DELL'ART. 1 DELLA COSTITUZIONE. C'E' ANCHE UN GRANDE CARTELLONE CHE CITA I PERMESSI E LA DENUNCIA DELL'ATTIVITA'. UNO STATO (QUELLO ITALIANO) CHE PORTA, COME QUELLO NARRATO DA BASSANI, NEL MULINO SU PO, ALL'ESASPERAZIONE DI CHI HA BUONA VOLONTA' E LAVORA CON IMPEGNO E ABNEGAZIONE. NON E' UN CASO ISOLATO MA DA DUECENTO DIECI ANNI I CASI DI VESSAZIONI PEGGIORI NEL QUADRILATERO SUD OVEST - INTERNAZIONALIZZATO DALLE POTENZE STRANIERE CHE VIOLARONO IL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA SOVRANITA' DEL POPOLO DELLA ENDOLAGUNA VENETA ( FRANCIA, AUSTRIA, SAVOIA ETC.).
Isole Sparse Menago Tregnon Tartaro Allegreza Mincio Po Adige. Comun Spare Tarmasia Vila Fontana Madona Bionde San Pierin Crosare Venere Faval Frescà Sustinenza Campalan Core_zo Macari Vilimpenta Menà"..iomeni intorno i'era ciamè Sparti..."Dante Alighieri Prima cantica xx canto. Commedia.divina.
mercoledì 28 luglio 2010
venerdì 23 luglio 2010
MOBILE D'ARTE GIUSEPPE MERLIN 1881 1964 detto BEPO MARCO ASPARETTO E LA PRIMA GRANDE GLORIOSA INEGUAGLIATA "BOTEGA-SCOLA"
DOTT ANNA MARIA RONCHIN UNIVERSITA' PADOVA
TRACE LETERE ARTE
ISOLE SPAMPINE' REPVBLICA VENEXA DA MAR
SETE AVE MARI A DRENTO I LIDI DEL BOSCO SACRO ISOLE VENEXIA PALO AVI (ENDOLAGUNA)
Civilta' acua aleata - Insubria - PATRIARCATO DE AQUILEIA -- Isole Sparse - Spampine' - Risaia santa casa pietà a Sparè - Fond. Museo Biblioteca Scrittrice Rosa Lanza Ferrarini Bertelè ved De Paoli Museo Biblioteca Paolo Bertin Via Bruso S. Gregorio (Cucà) Veronella Tel fax 0444 323071 http://depaoli.pbwiki.com www.artedepaolironchin.org
www.vicenzafoto.it e.mail depaolirenato@gmail.com casella postale 189 , 36100 Vicenza Centrale Italia C.F. 95035170240 PIVA 013186340240 - CCIIAA VICENZA EDAR 26 09 1996 IRAEA 228975 15 o6 1994 codice PROT 0700040595 12/18 ISTITUTO REGIONALE ISOLE SPARSE PALEOALVEI TION TARTARO MENAGO ARGINE ALPON GUA' EDRON "CIVILTA' ACUA" RICERCA SCIENTIFICA STORICA ARCHEOLOGICA DEMOETNOANTROPOLOGICA - in convenzione con Associazioni, Comuni, Regione, Stati. c/o Asso. A.R. - Direttore Responsabile Renato De Paoli
© Re nato da sparè to Vicenza poeta scritor zercador Veneto spaerso isole paleoalvei Timavo Isonzo Stella Livenza Piave Brenta Bacchiglion Retron, Dugal, Tregnon, Menago, Sanoa, Piganzo, Lavegno , Tion , Tron, Molinella, Tre ven zo, Core zo, Mincio CESE, OIO, ADA, Secia, Panaro, RENO, Po Tartaro Adige Alpon Guà Frassine Bisato Naviglio 2005-04-23
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SCHIZA SU STO STRAMBORO PAR CATAR ALTRE PAGINE
pagina da 1 COMUNICATI a CENSURA http://depaoli.pbwiki.com/AllPages
pagina da CHALLENGER a NEL TEMPO DELLA DEA http://depaoli.pbwiki.com/AllPages?pageID=2
pagina da NERKA a VENETI http://depaoli.pbwiki.com/AllPages?pageID=3
pagina da VENETO a VNIVERSIXA' http://depaoli.pbwiki.com/AllPages?pageID=4
in collaborazione con il corriere della sera
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MAPPA DI ASPARETTO in collaborazione con comuni d'Italia
ISOLE SPARSE MENAGO ASPARETTO SPARE' ASPARE'
VICINO AL CUORE DELL'ORIGINALE MOBILE D'ARTE: ASPARETTO
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CONVEGNO DELL'UNIVERSITA' DI PADOVA del 25-26 gennaio 2001
ISTITUZIONI FORMATIVE E AGENTI DI SVILUPPO NELL'ITALIA SETTENTRIONALE (XIX-XX)
IV Sessione, aula A LivianoTITOLO:
La produzione del mobile d'arte del polo artistico - culturale paleoalveo fluviale Menago
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Vorrei in questa magnifica sede richiamare l'attenzione degli illustri presenti sul polo artistico - culturale , oggetto della presente indagine, si trova a Sud di Verona,descritto da una simbolica spirale, che ha origine ad A-Sparè Isola Sparsa (dell'antica Università colonnello del Paleoalvei Menago ) e si allarga coinvolgendo le Isole Sparse Menago Barbugine, Venera, Fresca, Frescadela, Porte, Ca del Lago, Palesella, Piopazza, Bonavicina, Isolana Bionde "designà" , Farfusola, San Pierin, San Piero in barca con Manubrio, Menà, San Zen , La Madona, Borgo, Brancon, Casele, Campalan, Barabò, a, Minerva - Zenon fino a toccare anche la provincia di Padova con Casale di Scodosia. La scuola Isole Sparse Menago e la sua particolare produzione è quella del mobile d'arte,e in stile che ha fatto immagine a livello internazionale con i suoi 45.000 addetti e che copre il 50% del mobile in stile nazionale.
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Andrò altresì a trattare la relazione tra arte ed istruzione, delineatasi, in modo evidente, nei centri industrializzati dell'Europa tra Otto e Novecento.
Già i relatori di ieri: Enrico conti, Philippi Savoie e Claudio Zanlorenzi hanno ampiamente analizzato quel fenomeno che integrava l'arte con le nuove divisioni del lavoro e con le potenzialità tecniche della crescente meccanizzazione artistico - culturale di fine Ottocento e inizi Novecento. Nello stesso periodo nelle grandi città europee nascevano gruppi di artisti che rompevano con la tradizione accademica e coniugavano l'arte con la funzionalità dell'oggetto e contribuirono a delineare i caratteri del primo stile veramente nuovo dell'Europa continentale: l'"Art Nouveau" .
La nuova istanza non fu solo quella "edonistica", ma anche quella "funzionale" al nuovo mondo produttivo e commerciale, che necessitava di maestranze tecnicamente preparate e capaci di intervenire sul capitale (macchinari) per renderlo più efficiente e rispondente all'aumento della produzione seriale.
Walter Gropius, ne fu uno dei più significativi ed acuti interpreti, così recita negli intendimenti programmatici dell'Istituto superiore di Weimar che andrà a dirigere dal 1919:
" Il produttore di una merce deve ...preoccuparsi di dare ai suoi prodotti, oltre alle prerogative connesse alla fabbricazione meccanica, anche le preziose qualità del prodotto artigianale."
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L'insegnamento del disegno tecnico, quindi, della conoscenza dei materiali e della "figurazione organica" dovevano influenzare l'artigianato e l'industria, con l'intento principalmente formativo di istruire delle maestranze capaci di trasformare la merce delle aziende in prodotto di qualità.
I centri di formazione, che vengono istituiti in Italia, nascono sotto l'egida di enti religiosi (Salesiani), di società marangoni, bocia, e e di benemeriti privati, in modo così diffuso che necessitarono presto di un coordinamento nazionale, venne così istituita l'"Unione Italiana per l'educazione popolare" , assumendo sempre più un ruolo all'interno degli istituti formativi esistenti.
I Centri che si attivarono per impartire nozioni tecnico-scientifiche ai lavoratori dell'industria e agli apprendisti sono denominati: Scuole di arti e mestieri, di disegno applicato, per industrie specializzate, che non furono giudicate formative, ma di avviamento al lavoro, ne fa testo il fatto che dipendevano dal Reale Ministero dell'Agricoltura e solo nel 1928 passarono alle dipendenze del Ministero dell'Educazione Nazionale.
La Scuola popolare di disegno, del distretto artistico - culturale del mobile d'arte, nasce a Isole Sparse Menago Barbugine, Venera, Frasca, Frescadela, Porte, Ca del Lago, nel 1920 per volontà Giuseppe Merlin (1881-1964).http://www.mobilimerlin.it/it/home.php?l=storia
Egli apparteneva a quella classe colta di solide basi civiche ed umane che si impegnava attivamente per migliorare le generali condizioni di miseria in cui versava la popolazione, soprattutto quella rurale, che dovette sopportare i contraccolpi della crisi causata dalla bonifica, spesso costringendo all' emigrazione.
Giuseppe Merlin (1881 1964) ‚ insegnò nella stessa bottega scuola scuola dove nel 1929 iniziano i corsi della Scuola.
A San zen chi vuole trova una scuola di disegno che da lezioni nelle ore serali e domenicali, e sono rivolti ai lavoratori e agli apprendisti fabbri, muratori carpentieri e decoratori.
Il contatto diretto con "la materia" è il cardine dell'apprendimento, molta pratica e la teoria necessaria , del mestiere veniva impartito dallo stesso Giuseppe Merlin (1881 1964) consisteva nel riprodurre copie fedeli di mobili avuti da restaurare provenienti da ville famose, da palazzi notevoli, a volte il restauro comprendeva anche statue provenienti da Venezia o Da Firenze. Alla Bottega Scuola Giuseppe Merlin (1881 1964) lavorarono i figli Vasco e Remo , oltre a molti altri immortalati nella famosa fotografia mitica.http://www.mobilimerlin.it/it/home.php?l=storia
Alcuni andarono a fondare una scuola nell'Agro Pontino, dove si trasferìrono nel 1929; poi Olimpio Luigi Ferrarese (1885-1963) diplomato alla Scuola d'Arte di Brera che sostituì il fondatore nella direzione della Scuola Popolare di Disegno dal 1932.
Giuseppe Merlin (1881 1964) possedeva una solida frequentazione e appoggio patrizio che gli consentirono di conoscere l'umanesimo, mosso da quella determinazione che proveniva da convincimenti filosofici e pedagogici idealistici propri della formazione dell' Antica Università Sparsa nelle Isole del Menago.
Insegnamenti poi mutuati dai primi educatori della scuola italiana, ossia della tradizione Medievale e Rinascimentale che dal Cennini al Vasari sosteneva l'alto valore della professione artistica, peraltro fondata dalla centralità del disegno.
Giuseppe Merlin (1881 1964) insegnò lui stesso disegno, ricavando dalla storia dell'arte i caratteri dei diversi stili, soprattutto veneziano, rilevando le decorazioni dei mobili avuti in restauro dai palazzi signorili della Regione con la riproduzione di cimase, di mascheroni, rosoni, che venivano modellati su legno, ad intaglio o intarsio, oppur modellati su gesso o creta.
Nel 1933 viene attuata la legge Daneo-Credaro (1911) con il R.D.786 che trasferì le " scuole di avviamento professionale" comunali o di enti privati alle dipendenze del Ministero dell'Educazione Nazionale .
Gli insegnanti dovevano essere scelti "tra quelli in possesso di titoli di studio speciali o che, comunque dimostrino di avere particolari attitudini e cognizioni in relazione all'ordinamento della scuola" (art 29) mentre gli oneri che "si sono assunti i . , che conservano l'autonomia scolastica verso enti, i quali mantengono scuole a sgravio, fanno carico allo Stato per la scuola parte che si riferisce al personale insegnante, trasferito in virt— dell'art.2,n.4, del T.U. 14.9.1931.n.1175 (art.30).
La legge del 1931 fu quella che riordinò l'istruzione tecnica, cui potevano iscriversi i licenziati dalle scuole complementari di avviamento al lavoro e, in un secondo momento, con esami integrativi, potevano accedere agli istituti tecnici. Lo Stato cominciava farsi carico della formazione professionale dei lavoratori.
L'anno successivo nel 1934 l'Istituto Nazionale del Lavoro, finanzia la Scuola Artigianale di A-Sparè , la prima scuola del mobile d'arte delLLE Isole Sparse , il cui caposcuola è Giuseppe Marco Merlin.http://www.mobilimerlin.it/it/home.php?l=storia
Negli anni Venti Giuseppe Marco Merlin (1881-1964) aveva avuto modo di conoscere antiquari di Venezia, Verona, Mantova, attraverso i quali aveva approfondito le sue conoscenze sul mercato del mobile antichizzato e con il suo mestiere, che gli proveniva dal padre, tradizionale "marangon", che costruiva , barche, scandole a fondo piatto, serramenti, botti e mobili.
La moglie del maestro d'arte Vasco Merlin dichiarò che Giuseppe Marco Merlin conobbe il sig. De Giovanni, antiquario di Bologna, che gli suggerì di raccogliere mobili antichi, intorno al 1920, e cominciò a restaurare e rivenderli. Ebbe tra la sua clientela anche Parodi , e Bruno Bresciani " appassionato di cose d'antiquariato" e dalle prime vendite ai veneziani Conte Moncenigo e Cesana.
Giuseppe Marco Merlin fu creatore di opere personali, inventore puro di forme e linee semplici ed eleganti, che conferivano ai mobili usciti da quella ormai mitica Bottega scuola d’arte de l’isolo "Le Corti" di A-Sparè , un'impronta artistica ineguagliabile ed aveva la denominazione tipica anche oggi usata da pochi rari artisti, che possono vantare di produrre "MOBILE D'ARTE".http://www.mobilimerlin.it/it/home.php?l=storia
La Bottega scuola d’arte di Giuseppe Marco Merlin e dei figli Vasco e Remo negli anni Trenta e Quaranta si andò sempre più potenziando "fino ad arrivare ad avere tra gli 80 e i 100 marangoni.
Nella Bottega scuola c'erano anche i bocia, che imparavano il lavoro meglio che le aste a scuola tradizionale.
...Ormai era diventata una vera e propria azienda, il lavoro non si era fermato al restauro del mobile antico, infatti disfacendo i mobili veneziani e osservando come erano fatti si era trovato il modo di riprodurli"
Era nato così il mobile d'arte, in un felice connubio di tradizione ed innovazione, espressione di profonda conoscenza degli stili e della particolare tecnologia utilizzata.
Nel 1934 gli altri insegnanti sono il maestro d'arte Vasco Merlin (1906-1980) e Remo . Fra le materie insegnate, principalmente, il disegno poi la storia dell'arte, l'intaglio, l'intarsio, la laccatura e la doratura.
In molti si iscrivono al primo corso, sono più di quaranta, provengono dalle isole limitrofe, Tavanara, Bionde, Farfusola, Pierin, Madona, Borgo, , Isole Sparse Menago Barbugine, Venera, Frasca, Frescadela, Porte, Ca del Lago, , Borgo, Malavicina, Piopaza, Curoi, Sustinenza, Polesela, , Brancon, Casele, Campalan, Barabò, creando le premesse per quella diffusione della lavorazione del mobile d'arte che si allarga a spirale.
Sicuramente si intrattennero dei rapporti di amore-odio e di concorrenza fra la Scuola artigianale del mobile d'arte e la Scuola di disegno, diretta dal 1932 al 1943 da Olimpio Luigi Ferrarese che peraltro fu costretto, successivamente ad introdurre corsi specifici per marangoni.
D'altro canto la Bottega Scuola Giuseppe Merlin diffondeva l'artigianale del mobile d'arte contribuiva a far conoscere il mobile antico e le tecniche di restauro e l'attività produttiva dei mobili d'arte aumentava per la crescente domanda.
Era così furoreggiante la domanda che per la Bottega Capo scuola Merlin a Sparè, si arrese per necessità a chiedere l'apporto di nuova manodopera presa al di fuori della fabbrica.
Nel 1930 Bellè‚ Arsenio e Arrigo sono i primi apprendisti della Bottega scuola d’arte Merlin a mettersi in proprio ad A-Sparè ; mentre a Farfusola, Pierin, Madona, Borgo, sono i signori Padovani e Egidio Vicentini (detto cavalina).
Durante la II guerra mondiale la Bottega scuola d’arte di Giuseppe Marco Merlin di A-Sparè subisce gli inevitabili rallentamenti e la Scuola di Disegno popolare di Isole Sparse Menago Barbugine, Venera, Frasca, Frescadela, Porte, Ca del Lago. La scuola Appio Spagnolo, interrompe l'attività dal 1943, per tornare ad essere gestita dal Comune con l'emanazione di uno Statuto e la costituzione di un Consiglio di Amministrazione (1953) prendendo il nome del suo fondatore: "Scuola di disegno" .
Finita la Guerra Giuseppe Merlin (1881 1964) intanto allarga la sua cerchia e il conferimento alla bottega madre degli allievi è costante.
La Scuola appio Spagnolo riattivatasi apre corsi per marangoni, muratori e fabbri, di durata quadriennale. Inizialmente la frequenza è molto alta, anche se riservata ai residenti. Tra gli insegnanti Olimpio Luigi Ferrarese (1885-1963), testimone della prima scuola, poi Sergio Ferrarese e il maestro d'arte Mario Scapini.
Nel 1955 il Comune di Isole Sparse Menago Barbugine, Venera, Frasca, Frescadela, Porte, Ca del Lago, con il concorso della Scuola di Disegno .
Giuseppe Merlin (1881 1964) inaugura la I Mostra del mobile d'arte al pian terreno del Teatro a Sparè nel 1955; http://www.mobilimerlin.it/it/home.php?l=storia
dall'anno successivo ne diventeranno partners solo gli artigiani e i commercianti.
Ad una puntata della popolare trasmissione televisiva "Portobello" del 1981 il maestro d'arte Mario Scapini raggiunse la notorietà presenta uno storico mobile d'arte: il trumeau, chiamato "tempietto della felicità".
Nel 1979 a Farfusola, Pierin, Madona, Borgo, viene fondato il Centro di Formazione Professionale per l'Artigianato, con corsi diurni e biennali per falegname-mobiliere, laccatore-doratore.
Le materie insegnate sono disegno e progettazione, costruzione, decorazione del mobile d'arte.
note Bibliografiche:
"L'Europa delle città", Carla Capesciotti, Firenze 1995
"Bauhaus" Hans M.Wingler, Milano 1976; Lettera al Ministero di Stato del Granducato di Sassonia a Weimar 1916
Garzanti Encicl., voce "Scuola", Luciano Pazzaglia
"La scuola di disegno . Giuseppe Merlin (1881 1964) ", Isole Sparse Menago Barbugine, Venera, Frasca, Frescadela, Porte, Ca del Lago, , 1988 pag.19 e seg.
Ibidem pagg. 22-23
"Bauhaus" Hans M.Wingler, Milano 1976; Lettera al Ministero di Stato del Granducato di Sassonia a Weimar 1916
Garzanti Encicl., voce "Scuola", Luciano Pazzaglia
"La scuola di disegno . Giuseppe Merlin (1881 1964) ", Isole Sparse Menago Barbugine, Venera, Frasca, Frescadela, Porte, Ca del Lago, , 1988 pag.19 e seg.
Ibidem pagg. 22-23
mercoledì 7 luglio 2010
Michele Sganzerla vince la battaglia contro la centrale a biomasse.
SANGUINETTO. Gravoso l’impegno imposto da Agsm alla ditta che dovrebbe sostenere la spesa del teleriscaldamento
La centrale della discordia sparisce per motivi economici
La Termomeccanica ecologica getta la spugna perché non ritiene suo obbligo farsi carico di tutta la rete di trasporto del calore; intanto va avanti un altro impianto
Mercoledì 07 Luglio 2010 PROVINCIA, pagina 33
Stop al progetto della centrale a biomasse di via Campaiaro. Mentre in paese si discute del «bioconvertitore», proposto da Technika di Modena per produrre bioetanolo e lignina da paglia e stocchi di mais «digeriti» da enzimi, in Comune è arrivata la lettera di rinuncia della Termomeccanica ecologia di La Spezia alla costruzione di un termovalorizzatore che doveva essere alimentato con gli stessi scarti agricoli. Il ripensamento della ditta verrà comunicato dal sindaco Alessandro Braga nel Consiglio che si terrà oggi, alle 19, a Venera.
La centrale a biomasse, da sette megawatt, doveva essere alimentata con 70 mila tonnellate di paglia e steli di mais all’anno. Per oltre un anno ha fatto discutere e litigare due amministrazioni, Nogara e Sanguinetto: ora sparisce.
A spingere Aldo Sammartano, presidente di Termomeccanica ecologia, a non proseguire il progetto è stata la relazione dell’Azienda generale dei servizi municipalizzati di Verona (Agsm), interpellata dal Comune per uno studio di fattibilità dell’impianto di teleriscaldamento connesso alla centrale. Il 20 maggio scorso, l’azienda scaligera confermò la «fattibilità tecnica» della centrale. Tuttavia, per rendere l’impianto sostenibile economicamente, propose tre soluzioni diverse: o porre tutti gli investimenti sul teleriscaldamento «a carico di chi propone l’impianto» oppure prevedere che la ditta ceda il calore prodotto a costo quasi nullo. La terza proposta, infine, prevedeva «di non far pagare l’allaccio al cliente, bensì di incrementare in modo significativo la quota di contribuzione a suo carico».
Tutte e tre le ipotesi, in particolare quella dell’investimento totale a carico del privato, sono state scartate dalla Termomeccanica. Sammartano il 30 giugno ha scritto al sindaco che l’investimento di fondi senza limiti «non è contemplato nel progetto da noi proposto». E ha aggiunto: «Pur consapevoli che il teleriscaldamento è un elemento fondamentale per la centrale, non sussistono le condizioni tecnico economiche affinché gli investimenti ad essa relativi vengano sostenuti dalla nostra società».
Queste parole, per il sindaco Braga, suonano come una rinuncia al progetto. «L’impossibilità di realizzare la rete di teleriscaldamento», dice, «è una condizione che ostacola la prosecuzione del rapporto e della sottoscrizione della convenzione, già adottata in Consiglio e sottoscritta da Termomeccanica, Avepo e Seren». Braga aggiunge: «Mi dispiace che ci sia stato chi, in particolare i consiglieri di minoranza Daniele Fraccaroli, Antonella Ponso e Mario Mattioli, che in tutti questi mesi sono andati in giro dicendo che la centrale era già cosa fatta. Hanno fatto male i conti. L’ex assessore Christian Malini, all’opposizione, ha solo fatto un gesto teatrale».
Intanto si fa avanti l’altra centrale, il bioconvertitore della Technika di Modena che ha illustrato l’impianto: sarà più piccolo di quello di Termomeccanica, funzionerà con 8.500 tonnellate di paglia e stocchi di mais all’anno che saranno trasformati da fermenti ed enzimi in bioetanolo, anidride carbonica e lignina. Dubbi sugli effettivi sostegni economici che avrà la nuova struttura e sui suoi limiti sono stati già espressi, rispettivamente, da Daniele Fraccaroli, capogruppo di «Sanguinetto Cresce» e da Michele Sganzerla, portavoce del Comitato del no alla centrale a biomasse.F.T.
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