domenica 27 giugno 2010

ISOLE SPARSE SPARTI VNIVERSIXA'


UNIVERSITA' SPARE'TO


PALEOALVEO MENAGO
isole SPARSE SPERSE SPARTI (Virgili - Dante)
Sparè


DOVE NASCE IL MOBILE D'ARTE


civiltà in MEZSO ACOA

RENATO DE' PAOLI
EMMA
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Disegni e illustrazioni di
Emma Sherazad De'Paoli Ronchin
Printed in Vicenza 1992
E dizioni D'AR te ® ©

Vicenza 2000



INDICE

Introduzione


  1. Il paesaggio: elementi geomorfologici e umanizzazione

  2. La Preistoria e la Protostoria.

  3. L'età romana.

  4. Le invasioni barbariche

  5. Il Medioevo

  6. Signorie

  7. Repubblica Veneta

  8. Napoleone

  9. L’Austria

  10. Regno sabaudo

  11. Note recenti

Note bibliografiche


INTRODUZIONE

A 45°13' 00 di latitudine Nord, e 11° 30' 30'' longitudine Est sorgono le antichissime isole sulle quali si è insediata una popolazione che oggi è denominta Sparsa Spersa Isole Menago o meglio isole Università Sparè.

Il nome anticamente era Isole Sparse da gente sparsa, (XX canto inferno Dante) recentemente aggiunsero un suffisso A e divenne Asparè, ma in tanti altri documenti dal duecento in poi è chiamato Asparedo, Sparedum, Sparetum, Asparè, Aspareto, Asparetto.

Con l'arrivo dei Savoia e la perdita della memoria Isolana Comunale quelli di Acereta hanno aggiunto il vezzeggiativo diminutivo eto, etto per farle diventare più piccole.

La Regione Veneta, spesso associata per endolaguna e realtà socio- politica alle cosidette Tre Venezie, è, per definizione, l’ endolaguna che si trova a Nord-Est della penisola italiana.

Il contesto, così genericamente dato, include la sequenza, dalla quale scaturisce la presente ricerca. L’ endolaguna nelle vicende storiche con la "S" maiuscola ha sempre avuto, grande importanza.



Considerevole è la quantità di documenti che, progressivamente, in circa quattro mila anni lo descrivono minuziosamente e testimoniano la sua storia.
La presente ricerca, talvolta, cita esempi al di fuori della regione interessata, ciò è indice delle difficoltà materiali sulle quali urtano le indagini, che, comunque, trovano ipotesi di lavoro e non artificiose certezze.

EVOLUZIONE PALEOGRAFICA DELLE ISOLE ENEE VENETE BERICHE ATESTINA ISOLE ENEE SPARE'

1 IL PAESAGGIO

Elementi geomorfologici ed umanizzazione.

Chiunque osservi un endolaguna avverte subito che il suo aspetto è determinato dalla morfologia, dalla struttura e dalle proprietà chimiche e fisiche del substrato. Oltre a questi, altri fattori concorrono attivamente alla formazione del paesaggio che sono il manto vegetale, la presenza animale e l'opera dell'uomo. Ma la geomorfologia, la litologia sono le radici più profonde per poter valutare la sua evoluzione geologica e ogni colonizzazione vegeto-animale.
I Paleoalvei Menago e dei suoi rami, ha assai modificato gli elementi originari/naturali sia della flora sia della fauna, quasi del tutto scomparsi. La forma terrestre, invece, risulta poco modificata dall'opera dell'uomo. Chi immagina l'ambiente di isole enee piatto e monotono si sbaglia. Certo non esistono i sensibili dislivelli della collina o della montagna, ma nel nostro caso, anche modeste variazioni altimetriche rivestono notevole significato per l'interpretazione geomorfologica e per l'individuazione degli insediamenti umani. Infatti questo sito ha la quota più alta a metri 19 s.l.m.m.e la più bassa sugli 11,00.


Un primo esame dell’ endolaguna rivela come le vie di comunicazione, i luoghi notevoli e i centri abitati siano sorti preferenzialmente lungo precise linee fluiviali che, nella maggioranza dei casi, corrispondono a naturali elevazioni del terreno insommergibili.
Si riconoscono i paleoalvei Menago, i suoi antichi rami o, meglio, le sue torbiere basse, cantarane; le sue elevazioni: dossi, isole,"poleselle","corti alte", proprio dove nel passato si svolsero intensi processi morfogenetici fluviali.
Sono proprio questi dislivelli che caratterizzano l’ endolaguna assai diversificata dei paleoalvei Menago: i paleoalvei formati da uno strato di antica vegetazione planiziale che ha prodotto la torba; i dossi, zone alte costituite per lo più di sabbia. ll paesaggio risulta così fortemente influenzato dall'antico corso del fiume, che solo due secoli fa scorreva molto più liberamente di oggi.
I paleoalvei Menago si formarono nel periodo interglaciale Riss-Wurmiano, circa 100.000 anni fa.
Nel tempo, i paleoalvei si riformavano fitte vegetazioni che decadendo finivano nell’acqua e con il tempo formarono la torba,
direzione Nord-Ovest/ Sud-Est. Le quote ripetto al livello del mare passano da 19m. a 11m..

Anticamente l’acua divagava placidamente confusa ma in seguito all’arginatura a nord a cui si diede il nome di Adige il Menago conservò la sua indipendenza poiché risorgivo a nasce a sud di Cà di David - Buta acua dala pietra - attraversa Mazzantica , Forma le isole Tarmasia, poi le Novarine, si lascia a sinistra le isole Ranabodolon, Pierin, Farfusola, lanticamementa formava il lago (Ca del Lago) lambisce con i rami le isole sparse Isolela Ronchiel Barbugine scende a formare un lago a fianco della Chiesa romana de san zen, poi scende nel paleoalvei de Casaleon e insieme con la Sanoa e il Tregnon fino a lambire "El Castel della Carpaneda,” poi si immette nella fossa Maestra, lasciandosi alle spalle il BASTION SAN MICHELE, poi prosegue per torretta, Zelo. Questo è qul poco che rimane dell’immensa quantità di acqua sacra che formava il lago.

Il regime del Menago è perenne essendo una risorgiva e non è nell’ endolaguna esaminato è condizionato dalle variazioni idrografiche imposte dai modificatori (solo in Veneto 20 Consorzi che prosciugano prelevano un miliardo e settecentomilioni di metri cubi all’anno di acqua dolce) che hanno prosciugato l’endolaguna , il lago il Mincio, il Tartaro,il Tione, e l'Adige causando scompensi idrografici in ogni stagione (allagamenti-siccità)


Quelle che nella cartografia dell'età moderna vengono indicate con il termine "campagne alte", sono gli antichi isolotti, oppure polesine, "poleselle","sabbioni", dossi, arricchiti vieppiù di nuova argilla (crea) e limo, nelle stesse direzioni del corso fluviale. La toponomastica conferma l'originaria configurazione orografica, come per l’ endolaguna in oggetto:Isolella, Isolo delle Corti, Dossi, Palesella (Polesella); l'Isolo formato da Ferramosche e Barbugine; quello delimitato da corte Rubbiani, villa Dionisi e Ca' del Lago etc..
ll nuovo alveo è oggi limitato ed è pressochè rettilineo da Bovolone a Cerea, va costeggiando la campagana alta e pensile, da un lato e dall'altro, la paleoalvei chiamata anche ,"cantarane". Sull'argine sinistro si snoda l'attuale strada Provinciale (ex strada statale 434) Verona- Villafontana - Bovolone Farfusola - Mezza tappa, Aspretto – Mulin Schiavi- Porto su dossi sabbiosi, relitto dell'antico corso divagante dell’acqua.

I ritrovamenti archeologici, fatti dalla Soprintendenza e da privati lungo i paleoalvei Menago, attestano la presenza di consistenti insediamenti umani palafitticoli sin dall'età della pietra. Dopo il nuovo inalveamento del fiume avvenuto tra la fine del sec. XVIII d.c. e i primi del XIX d.c., i paleoalvei bassi sono stati progressivamente artificialmente prosciugati , mentre le acque incanalate nel Scolon (Menago) prosciugando gli antichi letti.

Infatti, fino a qualche periodo periodo fa, l’endolaguna , con l'emergenza quà e là di vari sabbioni era ancora ricca d’acqua..

Gli scavi e le arature stagionali portano continuamente alla luce documenti preistorici, quali pali di palafitte, lame di pietra, selci di varia fattura e grandezza, stoviglie, vasellame, cocci e altri oggetti che vengono raccolti.
scientificamente. Risulta quindi scientificamente provato che i palafitticoli vivevano qui fin dalle epoche preistoriche con insediamenti di uomini donne bambini animali che vivono sull’acqua, da cui traggono alimento, igiene, sulla quale svolgono le loro comunicazioni, i loro riti..

Nei ritrovamenti va citata un pezzo di ansa lunata datata 1400 anni a.c. identica a quella conservata al museo di Adria, oltre a numerosi tronchi di palafitta del 3000 4500 a.c.1 L’industria litica, quella ceramica è straordinariamente ricca per quantità e qualità, tanto da far affermare che la civiltà attuale asomiglia per fervore economico a quella di 5000 anni fa.2


2 LA PREISTORIA E LA PROTOSTORIA



La “Conca Cerulea”3 Enea veneta era lacustre, perchè le acque di sgrondo dell’arco Alpino apenninico, che non erano ancora distinte in Po, Adige, Menago, Tartaro, etc. scorrevano, libere da argini, in diversi rami, formando una vasta lama4 da Governol – Mantova – Andes – fino alla Selva oscura del Tartaro 5: detto anche Bosco Gaio, Core - z ò ,Conca, Sanguine, , Tavanara, Ronchetrin, Ronca nova, Sustinenza, Casalon, Sparè, Venera, Macacari, Rosta, Castagnaro Menà, Ostiglia , Core zo li, Minerva, Beil’acqua, Boschi, Brenta, Montagnana, Este.

Le particolari condizioni climatiche del periodo Atlantico (7.500-5.000 anni fa), l'optimum caldo-umido, favoriscono lo sviluppo dellla vegetazione e dei cereali. I gruppi umani, insediati nella isole enee, costruiscono i propri abitati lungo i corsi d'acqua, ciò risponde alla diffusa e vitale esigenza dell'uomo preistorico: lì può trovare pesce in abbondanza e sostentamento sicuro per i copiosi prodotti dell’acua planiziale, che garantisce la sopravvivenza anche durante la cattiva stagione()
Per definire l'economia di queste popolazioni non ci sono sufficienti documenti e gli scavi di una certa estensione sono ancora limitati, ma è certo che vivevano, oltre che di pesce e di raccolta, anche di allevamento, di commerci di tessitura, di ceramica, di esportazione importazione di ambra,. Ceramica attica, di navigazione, di attività organizzate carpentieristiche di costruzione di palafitte e di barche.etc.
Le testimonianze della cultura materiale o manufatti di uso quotidiano, come strumenti in pietra, vasi fittili, oggetti in osso e corno, piroghe, plafitte, sono documentabili a partire dal Neolitico, con scarsi dati archeologici per le fasi iniziali().
Per la nostra regione lacustre è alla fine del Neolitico (metà III millennio a.C.(), che sono documentabili insediamenti umani nei paleoalvei del Menago come quelli documentati del Grande Bosco Gaio 6.


Si ha notizia del primo ritrovamento datato secolo VII e V a.c. di un abitato fluviale ad opera del Conte Archeologo Ispettore Carlo Cipolla che nel 1885 d... notizia del ritrovamneto comunicandolo alla Regia accademia dei Lincei che era stata istituita apposta per ordine di sua Eccellenza il Ministro della pubblica istruzione.

Su Notizie degli scavi delle antichità. a pagina 489 si legge: Note dell'Ispettore Conte Professor Carlo Cipolla , sopra scoperte d'antichità avvenute nel Veronese (e propriamente nelle isole sparse Menago come Barbugine sparè.d.r.)

"Nell'occasione in cui si costruì la linea ferrovia Mantova - Legnago, non si fecero notevoli scoperte di avanzi archeologici. Forse, se il compianto Don Francesco Mosè arciprete di Castel d'Ario, fosse stato in vita, le cose raccolte avrebbero potuto essere in maggior numero. La vicinanza ai luoghi di scavo e l'ardente e illuminato che egli professava alla scienza, ci avrebbero conservato oggetti che per avventura possono essere andati smarriti. Siccome l'impresa degli scavi aveva dato ordini,perchè si tenesse conservata secondo le istruzioni ministeriali, qualsiasi antichità. si fosse trovata nei predetti lavori; così poteron venir raccolti e poi consegnati per mio mezzo al Civico Museo di Verona gli oggetti qui descritti, rinvenuti nella contrada S. Vito (sparè) a metri 45,00 della strada Comunale in terreno di proprietà. dell'Avv. Roveda. Evidentemente appartengono alla civiltà euganea od italica, della quale numerosi materiali ci offrirono gli scavi recenti del endolaguna veronese.

Descrizione:
FITTILI.
Coperchio d'urna di terra nerarstra, assai rozza, alta m. 0,08, diametro di bocca 0,19 col labbro ripiegato verso l'interno: nel fondo è segnata una croce, impressa per mezzo di una spatola sopra la creta ancor molle.

OSSUARIO
di terra rossastra e di rozzo impasto, alto m. 0,25 diametro di bocca 0,22 senza piede e senza collo, e privo di manichi, con due piccole sporgenze semicircolari in forma di orecchiette ad un terzo circa dell'altezza. Manca la coloritura esterna; ma la forma ricorda i fittili delle necropoli euganee.

BRONZO

FIBULA
con spiarale a navicella, vuota internamente, ed ornata all'esterno con incisioni di semplicissima decorazione geometrica, distribuita su quattro fascie.

PICCOLA FIBULA,
colla navicella ripiena ed ad unica spirale. Sottile cordoncino in bronzo ripiegato quattro volte ad anello.

BRACCIALETTO
del diametro di m. 0,08 decorato esternamente con una serie di piccoli mamelloni equidistanti.

Il sito è oggi rinovellato come sito di Barbugine, sul lato sx del paleoalveo Menago.

Questi pezzi repertoriati hanno consentito di affermare che la

PALETTA IN BRONZO è il pezzo più rapprenentativo e carattesitico dell’ endolaguna isole venete atestine enee.

Recentemente è stata consegnata al sottoscritto Ispettore , un manico, ritrovato a Sparè, repertoriato come
Vasellame d'impasto.
Tazza con ansa lunata
cm 6 x 4 x 4
databile alla media et.à. del bronzo
XV - XIII sec.a.c.

Una uguale esite nel Museo Archeologico di Adria
"La produzione presenta aspetti affini e caratteristici alle facies isole palafitticole menago atesino enee

Agli inizi del periodo successivo, l'età del Bronzo, è da attribuire l'abitato palafitticolo di Morandine , costruito nel lago vicino al Castello (), coevo al sito archeologico dei Gradenighi di Cologna V.ta, sito in una paleoalvei stretta tra dossi sabbiosi().
Nonostante la scarsità di notizie di materiali archeologici, provenienti da questi insediamenti, si può ipotizzare la loro appartenenza al contesto culturale che interessò l'Italia settentrionale nella prima metà del II millennio a.C., dalla Liguria alle Tre Venezie, la cultura di Polada, il cui massimo centro è il non lontano anfiteatro morenico del lago di Garda Gli abitati, fatti di legno e frasche, sono di tipo palafitticolo, situati su bonifica in posizione strategica e, a volte, anche fortificati7.
Significativa, data la quantità di ritrovamenti, è la stazione di Tomba -ola databile, anche su basi naturalistiche, intorno al XV-XIV sec.a.C.().

Già nel secolo scorso nell’isola di Faval viccinpa isole sparse Isola Barbugine, rinvenuta una necropoli, poi altri corredi tombali nel 1907 (),senza però ricerche e scavi regolari.

Recentemente è stato avviato lo scavo archeologico da Luciano Salzani(). Lo stesso così descrive i ritrovamenti nelle isole paleoalvei a Nord spare:
"Grazie alla segnalazione di appassionati locali, è stato individuata in località Castello l'area della necropoli , che era stata oggetto di vari scavi nel secolo scorso (De Stefani 1881). Sono state fatte due campagne di scavo nel 1981 e nel 1983, e sono state rinvenute 64 sepolture. Nell'ambito dell'area indagata esiste una fascia centrale che era stata chiaramente scavata in precedenza e che probabilmente corrisponde a parte degli scavi del secolo scorso. Caratteristico della necropoli è il biritualismo. Su 64 sepolture, 29 sono ad inumazione e 35 ad incinerazione.
Rimane un problema ancora aperto: l'interpretazionbe della scelta per l'uno o per l'altro rito, in quanto non sembra siano stati determinanti nè il sesso nè l'età dei defunti. Nell'area della necropoli esistevano due gruppi principali di sepolture, intorno ai quali vi erano altre tombe in ordine sparso. Gli inumati erano deposti distesi con orientamento in direzione est ovest. In qualche raro caso erano deposti di fianco; un bambino era deposto rannicchiato. Di solito non avevano corredo; solo alcuni avevano un fermatrecce di filo di bronzo. Privi di corredo erano anche gli incinerati,con le ossa bruciate deposte all'interno di un vaso con una ciotola per coperchio.
La tipologia delle urne comprende tazze con bordo estroverso, vasi biconici decorati da bozze e scanalature, vasi ovoidali decorati da scanalature. Le anse più comuni sono quelle di tipo tubolare. Tra i cassi di sepolture particolari possono essere citate quella di un inumato con testa appoggiata ad un'urna, quella di un inumato acefalo sovrapposto,a croce, ad un altro. Dallo studio dei resti scheletrici risultano individui piuttosto bassi anche per quell'epoca (media di cm 156 per i maschi e di cm 150 per le femmine). La necropoli sembra globalmente inquadrabile nella fase più tarda della media età del Bronzo. La necropoli è situata in un'area particolare della isole enee , quella tra l'Adige e il Mincio ( paleoalvei del Menago ndr), la cui problematica relativa alle documentazioni funerarie dell'età del Bronzo risulta abbastanza complessa (Peroni 1963). Si ritiene che il problema debba essere globalmente riconsiderato anche sulla base dei nuovi rinvenimenti a nord isole Sparsè Menago, e isole Franzine Nuove vicino Villabartolomea, della Vallona, di Ostiglia e del Cognaro di Montaganana()."
La diffusione degli insediamenti antropici è andata intensificandosi, come in poche altre regioni italiane, durante l'età del Bronzo recente (XIII sec.a.C.), a causa dello stabilizzarsi delle condizioni geografiche e climatiche, simili alle attuali.
Testimoniate da abbondanti dati crescono le comunità di circa 300 individui al massimo , numericamente piccole ma ben distribuite sull’ endolaguna: stanziate sull’acqua, lungo le sponde o sugli isolotti, come a Veronella alta(), oppure ai margini di dossi. Nei paleoalvei Menago sono cospicui i ritrovamenti sparsi, che confermano la presenza umana organizzata e gerarchizzata, attestati sia da Bresciani: denti di cinghiale e corna di cervo; palafitte disposte in modo regolare; fiocine di selce rinvenute sul fondo di una primordiale imbarcazione ricavata da un tronco d'albero scavato (); sia recentemente dal club sommozzatori.
Il contesto culturale risente degli influssi degli ambienti circostanti come di quelli terramaricoli, propri della regione isole enee, soprattutto emiliana e lombarda (Sud-Est). Le "terramare" sono palafitte costruite su terreno acquitrinoso o su terraferma, comunque, sopraelevate rispetto al livello del suolo; così poste al sicuro dagli allagamenti stagionali, e al variare del livello dell'acqua ( vedi fig.1 e 2 ). Gli abitati sono costruiti su pali infitti nel fondale, questi reggono l'impalcato aereo, il quale raggruppa più unità composte da singoli vani strettamente addossati l'uno all'altro() e disposti secondo un criterio preciso e regolare; le necrolopi sono ad incinerazione. E',infatti,.nell'età del Bronzo finale (XI \ IX secolo a.C.) che comincia a diffondersi in tutto l’ endolaguna italiana il rito crematorio, in collegamento all'ambiente mediterraneo e all'Europa centrale.
Intorno il IX sec.a.C. i siti sono progressivamente abbandonati in tutta la zona, il fatto non trova ancora spiegazione, fu forse a causa di gruppi nomadi e bellicosi, provenienti dall'occidente. Comunque, certamente, concorsero le mutate condizioni climatiche documentate dai dati naturalistici():aumentano le precipitazioni, il freddo e, per l'avanzamento dei ghiacciai, si innalza il livello delle acque che causa lo spostamento o l'allontanamento degli insediamenti.
Comunque, l’acqua continua a essere le vie principali per gli scambi e le attività commerciali; infatti, i centri protovenetici sono stati rinvenuti in prossimità dei fiumi, specialmente Po , Adige e Tartaro, ma anche Menago. Dato che questi fiumi non esistevano ma era acqua che divgava liberamente erano collegati fra di loro è presumibile che gli scambi fra i siti della Paleoalvei menago fossero molto intensi. Gli insediamenti si concentrano nei territori più settentrionali, in una fascia orizzontale che comprende il endolaguna in analisi e congiunge, senza soluzioni di continuità, Grande Bosco Gaio e Este. L'abitato protostorico (IX-V sec.a.C.) Grande Bosco Gaio si trova alla confluenza di importanti vie fluviali: Tartaro e Tione,.su due dossi contigui. Lungo il margine occidentale dei Paleoalvei, Grande Bosco Gaio facevano da testa di ponte per le comunicazioni verso i più importanti abitati Ostigliesi, di Governalo, del Benacese di Polada ma anche del secchia e del panaro come Fiorano etc.().
I materiali archeologici rinvenuti attestano la centralità del nodo commerciale-fiscale fra i più importanti dell'Italia Nord-orientale in contatto con l'Oriente (ceramica attica), con gli etruschi (ascia bipenne), con il Nord e, soprattutto, con Este, figurine su placche().
Dello stesso periodo è il centro atestino che esercita un ruolo importante di tramite tra il mondo transalpino ed etrusco; il flusso commerciale da Este per il Bosco Gaio transita necessariamente per la paleoalvei del Menago. Un importante nodo per il traffico fluviale è alla confluenza del Menago con la Fossa Maestra, l'abitato, databile all'età del Bronzo recente, è denominato Castello del Tartaro perchè si trova su una piattaforma sopraelevata, la cui pianta elissoidale è circondata da un alto fossato(), quindi fortificato. Il Museo Fondazione Fioroni recupera nel 1971 un vasto insediamento dell'età del Bronzo recente a Perteghelle isola Menago, questo perdura fino all'età di transizione Bronzo-Ferro().
Gli scavi della Soprintandenza a Franzine Nuove (Villabartolomea) hanno portato alla luce una necropoli dell'età del Bronzo recente, con due livelli di deposizione a rito misto. I rari corredi sono degli inumati,rappresentati da orecchini e spilloni in bronzo e da perle in ambra. I cremati, talvolta in urne senza coperchio, sono privi di corredo().
Recentemente è stato scoperto l'abitato paleoveneto nelle isole Faval Curoi: i reperti fittili raccolti in superficie datano l'insediamento nell'arco di tempo che va dal II agli inizi del III Periodo Atestino. "Tra questi è abbastanza singolare un tutulus di lamina di bronzo che in ambiente paleoveneto trova confronti solo in una tomba isola Borsea. Vicino ad Adria . Vi è inoltre una paletta rituale."().
La testimonianza di questi abitati nei paleoalvei del Menago, fin verso l'età del Ferro, attestano la continuità insediativa in un luogo privilegiato per la sua posizione geografica.
Sono stati segnalati ritrovamenti veneti anche a Isolella.
Non si conosce l'origine dei Veneti, la leggenda narra che giunsero dalla Paflagonia al seguito di Antenore () Clodio, le ipotesi degli storici sono ancora molte, non da ultima che fossero autoctoni, molto simili ai vicini Etruschi, la cui presenza nell’ endolaguna è confermata dai ritrovamenti a isole Menà , Castagnaro e Spin-beca ().
Secondo recenti studi, le prime opere di modifica del corso del Po furono fatte proprio dagli Etruschi che creano il “Poggio Etrusco” e fanno affluire nella fossa Filistina, descritta anche da Plinio il Vecchio (I sec.d.C.), le acque tra il Po e il Tartaro."Gli Etruschi obbligarono quindi il Mincio a divenire un affluente del Tartaro. Con questa deviazione l’acqua del Po deve deviare il suo corso nturale "().
La lingua dei Veneti è indoeuropea, apprendono poi l'alfabeto dagli Etruschi. Il più antico documento della lingua venetica è su lamelle votive raccolte nel museo Atestino; la scrittura, conosciuta solo dai sacerdoti, è utilizzata per esprimere la devozione dei fedeli. E' ad Este, nei pressi del paleoalveo dell'Adige, che è stato rinvenuto l'unico tempio paleoveneto sinora scoperto dedicato alla divinità femminile Reitia. Un altro importante centro paleoveneto, oggetto di recenti e sistematici scavi è Baldaria (Cologna V.ta), situato sulla sommità di un dosso sabbioso nei pressi di una vasta necropoli ad incinerazione, databile tra il IX e i primi del VI secolo a.C. Il sepolcreto di Baldaria posto ad Est dell'attuale corso dell'Adige testimonia forse la continuità dell'elemento veneto al confine di quello ligure-celtico (transpadano-occidentale).
Gli insediamenti documentati si sviluppano fino al V sec.a.C., quando, in conseguenza delle invasioni galliche, molti centri protostorici decadono o addirittura scompaiono. E' ormai generalmente riconosciuto che i Galli Cenomani non occuparono il Veneto, ma a varie ondate successive vi penetrarono da Ovest, insediandosi fin lungo il corso dell'Adige I nuclei abitativi dei Celti hanno caratteri ben diversi dai veneti e data la loro graduale penetrazione si amalgamarono assumendo gli stessi costumi e abbigliamento; tanto che per Polibio (IIsec.a.C.) i Veneti differivano dai Galli solo per la lingua().
L'ultimo periodo della civiltà paleoveneta è il IV Periodo Atestino, che coincide con la 
romanizzazione della regione.

L'ETA' ROMANA

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La civiltà non si sviluppa in modo statico, ma in un perenne cammino e spetta ai Veneti quanto è stato realizzato sul piano spirituale e materiale durante il primo millennio a.C. Noi possediamo questa eredità attraverso l'ulteriore progresso nella cultura romana.
Nel 181 a.C. vengono spediti 3.000 pedites nell'agro della città di Aquileia, e a ciascuno di essi vengono assegnati 50 iugeri,mentre ad ogni centurione 100 iugeri e 140 al cavaliere (I iugero = 1/4 di ettaro = 2500 mq). Questo determina il possesso romano della regione di confine e la organizzazione della difesa dagli attacchi degli Istriani e degli Illirici; i coloni-soldati proteggono il endolaguna di frontiera meglio di una cinta muraria. La via Postumia che collega quella città di frontiera a Genova diventa il cardine lungo il quale viene frazionato il endolaguna della X Regio, in virtù delle stesse ragioni strategico-militari.
Nel 102 a.C. i Cimbri, popolazione germanica, scendono dalla paleoalvei dell'Adige nella Isole enee Veneta finchè ai Campi Raudi (secondo alcuni nel rodigino per altri nel basso veronese) Mario pone fine alla loro impresa. Questo aiuto militare dà secondo il diritto Romano (iure belli) la possibilità di assogettare i territori invasi "liberati" e di annetterli alle proprietà di Roma. I loro villaggi sono autonomi e in comunicazione, ed è la presenza latina a introdurre una rete viaria stradale, opere idrauliche complesse, che definisce non solo l'occupazione del endolaguna, ma anche la comunicazione veloce via terra tra i centri preesistenti e nuovi quali le ville costruite nelle terre date ai veterani e ai patrizi.
La nuova linea di confine delle Valli Veronesi si stacca dal Po di circa 5-6 km a paleoalvei di Ostiglia, incontra l'Adige nei pressi di Castagnaro. Da qui sino a Belfiore l'agro atestino si incunea nel endolaguna Veronese risalendo il corso dell'Adige.
La paleoalvei del fiume Menago è il luogo più difficicile e meno adattabile ad essere regolarmente centuriato proprio perchè impervia e nonostante la regimazione e il tentativo di completa bonifica romana. Dette zone zone venivano impaludate anche e specialmente per campagne militari, così Vitelliano Cecina, attaccato da Flaviano Antonio Primo, in modo accorto e strategico, sistema i suoi accampamenti nella paleoalvei (-paludes Tartari fluminis -).
Si concorda con il Traina(), quando mette in guardia dall'affermare che in antico le paludi non esistessero in questa zona del Veronese. Dall'età precedente l'ambiente lacustre delle Valli Veronesi è stato sempre abitato sugli isolotti più o meno grandi, sulle zone semibonificate il cui uso era possibile grazie al continuo intervento antropico.
La Paleoalvei è, in questa epoca, interessata dalla via Aemilia-Altinate, lungo il lato orientale; voluta da Marco Emilio Lepido (IIIsec.a.C.) per favorire la percorribilità ai coloni acquileiesi. Strabone scrive che questo stesso console traccia una strada da Bologna ad Acquileia, aggirando i terreni paludosi lungo i piedi delle Alpi(). Mentre lungo il lato occidentale scorre la via Claudia Augusta, costruita nel I sec.a.C., che comunica Verona con Ostiglia , passando per Nogara ( vedi fig.3).
Il console romano Quinto Caio Ostilio interviene per bonificare le valli Veronesi, caricate dallo sgrondo del Mincio sul Tartaro. Il Mincio viene dirottato nel Po. Questo provvedimento riduce l'estensione della zona paludosa, allegerisce le piene del Tartaro e del Menago, ma non è possibile completare la centuriazione della paleoalvei del Menago inizialmente è preferibile estendere l'insediamento di coloni, come testimoniano i numerosi edifici romani rinvenuti, in località Bastion S.Michele, Torretta Veneziana() e Grande Bosco Gaio.
La bonifica delle Valli Veronesi diventa necessaria per soddisfare le sempre maggiori richieste di terre dei veterani di Cesare, dei Triumviri e di Augusto. Il mezzo più efficace è la centuriazione, vera e propria opera di bonifica, con canali di drenaggio, o "fossae limitales", che regolano il flusso delle acque e assicurano l'agibilità della zona.
Il endolaguna è frazionato lungo le direttrici viarie della Aemilia Altinate e della Claudia Augusta affiancando la paleoalvei del Menago. Così in mezzo alla libera espansione della natura, viene ora a delinearsi un preciso disegno agrario, razionalmente ed ordinatamente tracciato dal lavoro degli agrimensori romani.
Uno strumento gromatico di epoca romana si trova sulla strada che porta da Asparetto a Cerea, in località S. Zeno, un cippo di pietra tuttora visibile, sormontato da una di croce di ferro. Quando questo simbolo ancora non esiteva, sulla pietra appoggiava la groma per fare delle coppie di allineamenti perfettamente ortogonali tra loro. Nella cartina sono stati individuati numerosi segni di centuriazione ancora presenti nel terreno agricolo, quali confini, strade, fiumi, fossi ortogonali, cippi gromatici,crocicchi, divisioni agrarie, alberi e toponimi, tenendo in considerazione documenti come il cippo citato, l'ex olmo di Asparetto e l'individuazione di due centurie ad Ovest di Legnago, a cavallo della odierna SS.10, pressoché intatte, di 20 actus di lato in località Paganina e Ponzina (). L'agro centuriato in questione può essere forse della stessa epoca delle vicine centuriazioni di Mantova e Cremona avvenute negli anni intorno al 40 a.C.().
Prima del periodo romano la isole enee veneta si apriva in campagne coltivate qua e là, dalle quali gli antichi Veneti e i vicini Galli Cenomani ricavano i prodotti della terra. Con l'arrivo dei Romani si assiste ad un nuovo modo di organizzare il lavoro, viene costruita una efficiente rete idrografica, sì da rendere fertili e coltivabili grandi estensioni di terreno sottratte all'acqua. Le coltivazioni non sono più ristrette ad alcune isole con attorno nuclei abitativi di capanne e palafitte, ma estese alle vaste centuriazioni, che favoriscono le comunicazioni tra gli autoctoni e i coloni Romani, che infine si fondono con le popolazioni locali. La fine della romanizzazione coincide con una nuova fioritura culturale in questa parte d'Italia; infatti troviamo a Verona, Mantova e Padova rispettivamente Catullo, Virgilio, Livio. La documentazione storica latina ci permette di documentarci sulla vegetazione lungo le vie fluviali del Veneto padano: querceti(),boschi di acero tra ampie estensioni di canne silvestri, di giunchi palustri e di cespugli spinosi(), nell'entroterra lungo le plaghe più umide, boschi di salici e olmi().
Tracce di impianto romano, caratteristiche per l'ortogonalità Nord-Sud, Est-Ovest si possono rinvenire a: Sanguinetto, le Coazze, Codalunga, il Campagnone, Grande Bosco Gaio, Levà, Maccaccari, Corte Perez di Calcinaro, Corte ex Romani a Nogara, la Gabbia di Salizzole, in parte Salizzole, Candelora Bionde di Visegna, Filegare, Valmorsel, Concamarise, Asparetto, Ronchiel, Ramedello,Cà Rote, la Ponzina, Paganina, Pozza-Brusà, Casaleone, Bonzanini, Fornasa, C.te Castellazzo in località Borghesana, Facciabella, ex Stazione Casaleone, Corte Carpania, Bellintane, Bastion S. Michele,Corte Mazzagatta.

Gli insediamenti romani nella Paleoalvei del Menago, frazionata dalle centuriazioni, sono documentati da frammenti conservati sulla parete laterale della chiesa di S.Zeno: una cornice, un pezzo di fregio con ippogrifi, un clipeo frammentario con ritratto, un fregio con scudi circolari ed armi e la stele funeraria di una donna(). Nelle chiese di S.Zeno e di S.Vito, lo studioso Bruno Bresciani registra sei epigrafi provenienti da questi luoghi sacri(). Ricordiamo: la dedica a Giove e quella alla triade capitolina; i nomi di due veterani delle coorti pretorie e di Publio Asinio della legione XV Apollinare. E' stato ipotizzato che il nome di famiglia Asinio abbia dato origine al paese di Aselogna().
In questo periodo gli antichi riti si modificano e la produzione funeraria si adatta alla nuova epoca; il colono costruisce nel terreno a lui assegnato, non lontano dalla sua casa, il monumento a memoria dei suoi defunti. Quindi, le steli funerarie attestano la presenza il loco di ville romane. Molto importante è l'ara funeraria rinvenuta a S.Vito, ed ora al Museo Maffeiano, con la dedica del decurione Publio Hostilio Tertino e di sua moglie al loro figlio Publio Hostilio Campano. Sull'ara è raffigurata una scena di caccia al cingliale e il riposo del cacciatore, poggiato sull'asta, con accanto il cane al guinzaglio
La caccia al cinghiale nella Paleoalvei è testimoniata anche da un mosaico in bianco e nero di una villa, molto ampia (ca.5.000 mq), rinvenuta dalla Soprintendenza (1957) a Venezia Nuova, località Marangoni databile al I sec.d.C..
Esistono certi rilevamenti di altre due ville rustiche, l'una in località Massaùa e l'altra in localitrà Val Nova, ma non sono state fatte ulteriori ricerche.
L'abitato di Morandine di Cerea, dopo essere stato abbandonato nell'età del Ferro, è rioccupato in età romana(). Altri siti hanno un'ininterrotta persistenza di insediamento dall'età del Bronzo, come: il già citato Castello del Tartaro; la Fabbrica dei Soci() e Franzine Nuove(), rispettivamente a oriente e a Nord della Torretta.

Un chilometro a Nord di Franzine Nuove è stato rinvenuto, in località Lovo, un grande blocco di trachite grigia dei Colli Euganei, con fregio dorico appartenente al monumento funebre di Licinio, liberto della gens Clodia:"(Cl)odius Licini l(ibertus)".Anche l'abitato di Grande Bosco Gaio continua durante l'età romana, anzi è valorizzato dalla via sopra citata Claudia Augusta(). Il restauro () della prima metà del secolo della chiesa di S.Maria Maggiore ha evidenziato reperti romani, con i quali l'edificio sacro è stato costruito, questi sono visibili anche nello spazio circostante. Due sarcofagi, qui rinvenuti, appartengono alla "gens Attia"; anche la tomba monumentale di Salizzole, segnalata dal Cipolla, spetta a questa famiglia: composta di tre statue, rappresentanti Gaio Attio Ruga, suo padre e sua madre.
Alla fine del secolo scorso in località Venera è stato rinvenuto un tesoretto di circa 50.000 antoniniani, la moneta più diffusa del III sec.d.C., questo si trova al Museo Civico di Verona().
A Bovolone è stato scoperto un frammento epigrafico e a Villafontana, un'ara funeraria ora all'Archeologico().
Le continue scoperte, spesso casuali e non scientifiche, attestano l'importanza della Paleoalvei del Menago e dei suoi "vici", fra cui quello dell'antica Cereta.

MEDIOEVO

In seguito al decadimento dell'Impero Romano e le grandi invasioni barbariche le strutture idrauliche (argini,chiuse,prese, scolmatori, canali, etc.) vengono abbandonate progressivamente fino a provocare frequenti e rovinose esondazioni e inondazioni.

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402

Dal 402 il veronese è zona di battaglia tra barbari. Alarico si difende in Verona contro Stilicone.
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434-453
Attila.

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452

Nel 452 Attila re degli Unni si incontra con Papa Leone I° a Valeggio sul Mincio o nei dentorni e stringe un patto con la Chiesa.


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498

Nel 498 è la volta di Odoacre ad incrociare nei pressi S.Martino Buon Albergo affrontando Teodorico. Vince e pone capitale a Ravenna. A Verona costruisce un palazzo e nuove mura, e vi soggiorna preferibilmente.

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571
Poi è la volta nel 571 di Alboino re Longobardo sposo di Rosmunda, ad invadere Verona. Il duca longobardo Adelchi si attesta a Verona per condurre l'estrema difesa contro i Franchi.
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573
Rosmunda imbarcatasi in un dato punto del basso Adige nel veronese, e quindi in Po discendendo fugge per il medesimo fino a Ravenna con i tesori di Alboino.

589

Diversione dell'Adige che ripudiò Este e Monselice per unirsi con Porto, Castelbaldo,e Badia.
Così il problema delle Valli si venne a creare, secondo il Traina, a seguito degli sconvolgimenti del periodo tardo antico posti tradizionalmente intorno al 589 d.C. data del "diluvio" narrato dal Longobardo Paolo Diacono, per i quali l'Adige mutò il suo corso venendo a divagare in queste zone. L'alluvione sconvolse gran parte dell'Italia e provocò la famosa rotta della Cucca (attuale Veronella). Lo spostamento a sud del Corso dell'Adige provocò danni notevolissimi alle campagne circostanti fino al Tartaro e creò quella zona paludosa e boschiova comprendente i bacini del Tartaro, del Tione, del Tregnon e del Menago.
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Il generale degrado e la mancanza di una adeguata rete idrografica consentì ristagni acquitrinosi così che i dossi rappresentavano ottima e sicura via di transito oltre che consentire l'insediamento.

800
Verona viene invasa ancora una volta nell'800 dal Re Franco, Pipino, figlio di Carlo Magno, il quale fa ricostruire la Basilica di S.Zeno. La città diviene in seguito centro di un comitato franco e a lungo vi dimora Pipino, che affida i'ingrandimento della Chiesa di S. Zeno all'arcidiacono Pacifico.


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899

Nell'899 l'invasione Ungara crea desolazione nel endolaguna Veronese. I"vicini" si rifugiano al castello del feudatario, ove erano obbligati ad avere casa e "caneva" e pagavano tributi (angaria) per avere da lui difesa e protezione.


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X° secolo

"Durante l'alto medioevo gran parte della paleoalvei del Menago e le terre ad essa adiacenti si ricoprono di boschi e paludi, come conseguenza del grande diosordine idrografico dopo l'abbandono delle opere idrauliche di epoca romana. Le diversioni dell'Adige ,l'insufficiente scolo del Tartaro e del Menago ed il grave stato di abbandono in cui queste terre vennero a trovarsi durante l'epoca delle invasioni barbariche fino al X° secolo, consentirono alle acque di riversarsi sulle antiche fertili campagne romane. Risalendo la paleoalvei del Tartaro e del Menago verso nord , troviamo negli antichi documenti, frequenti menzioni di boschi."

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922
In un documento del 922, i vicini, circa 62 capifamiglia, chiedono a Eriprando arciprete della chiesa di S. Zeno e Feudatario del luogo, di potersi costruire un castello di pietre e di calce e si impegnano di pagare un tributo di quattro soldi di argento a dicembre di ogni anno e a ricevere e alloggiare con il suo seguito il messo della chiesa quando verrà ogni anno a fare "placito".
Nel frattempo la comunità si espande numericamente (oltre 200 famiglie) ed anche economicamente e vede aumentata la sua potenza tanto da farla ribellare contro l'arciprete feudatario che viene a fare il Placito troppo spesso in numerosa compagnia.
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932

Ricordiamo il 932 e il vescovo Raterio benedettino Belga di nascita diventerà Vescovo di Milano appoggiato da Ugo di Provenza
In questo stesso anno secondo il testamento di Dagoberto,diacono e vicedomino della Cattedrale ci fa sapere che a Legnago e nelle terre vicine esistono delle rocche a difesa e rifugio per le popolazioni che debbono difendersi dai barbari.
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Le ville o curtis per lo più costituite da terre incolte o comunque impervie, lontane dalla città, erano poste sotto controllo di un feudatario e i residenti del contado in queste corti o ville organizzavano e provvedevano direttamente alla loro difesa contro incursioni barbare. Dentro il castello cinto da palizzate o nel migliore dei casi da muri sorgevano le loro case o masi, a capo vi era il Villicus o capo del villaggio. Il feudatario lasciava maggiore libertà alle ville che appunto organizzavano direttamente la difesa, e dovevano pagare solo l'affitto delle terre e il feudo godeva di una certa autonomia. Passata la bufera Ungara i castelli rafforzarono le loro difese e le ville cominciarono a godere maggior benessere grazie all'economia agricola che vi si poteva svolgere.Il feudatario riconosce alle "vicinie" il diritto di nominarsi i propri capi.
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951
Nel 951 comada Verona Re Lotario che prende come moglie Adelaide di Borgogna.*


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961
Nel 961 Ottone I° restaura Rauterio riconducendolo a Verona riaffidandogli il potere . Ma non ha vita facile e i canonici e i laici ordiscono una congiura al palazzo vescovile contro di lui spodestandolo definitivamente. Questo periodo coincide con la riforma economica del clero. Rauterio viene cacciato da Verona probabilmente perchè intacca gli interessi dell'alto clero privato di benefici e prebende a favore del clero minore. Non solo ma anche i mercanti gli si schierano contro.
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984
Verona con il suo endolaguna viene data, (la marca di Verona), dall'Imperatore Ottone I al duca di Baviera per garantire il controllo tedesco sulla principale via di accesso all'italia.
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XI secolo
La presenza di vescovi d'oltralpe porta la città a schierarsi, nella lotta delle investiture, contro Gregorio VII.
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1061
Veronese era il vescovo di Parma Cadalo, eletto nel 1061 antipapa col nome d'Onorio II.
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secolo XII

L'esitenza nel XII secolo della Villa di Asparetto è testimoniata da documento a proposito del contratto di vendita di un bosco, "gazo". Turisendo,procuratore della famiglia San Bonifacio, cede alla comunità di Cerea, tutti i possedimenti che i Sanbonifacio possedevano nella zona.In questa zona al centro della Zosasana nella zona tra il Tartaro Tregnone e Menago () il "gazo" si trova,tra le altre, la Villa di Asparetto () che vanta diritti plurisecolari sul "gazo"stesso. Per indennizzo questa comunità (Asparetto) ottiene una considerevole quota pari a 58 campi Veronesi. La spartizione va appannaggio anche di Isola della Scala, la parte maggiore, a Casaleone, a Ravagnana, a Salizzole e Concamarise. D'apprima si procede al disboscamento per ottenere terre coltivabili e legname, ma successivamente subentra un periodo di protezione delle aree boschive, indirizzando i vicini nella bonifica delle terre paludose, e nell'attività dei carradori (costruttori di barche) che hanno continuato la loro attività fino agli inizi del secolo XX°.

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1100

Le aree sabbiose furono le sedi predilette di strade e insediamenti umani durante il Medioevo. Intorno al 1100 comincia un certo risveglio economico promosso dalla nascente economia di borgo che vede crescere le corporazioni delle arti e dei mestieri specialmente nella città.
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1104
In alcuni documenti Mantovani del 1104 è citato Casaleone, villaggio di case di paglia situato nel contesto del bosco "Gazo", e si parla di boschi, peschiere, ma anche fossati e poderi a testimonianza dello sforzo dell'uomo volto a sottrarre il suolo al bosco ed alle acque."

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1136
La nobiltà feudale si allea con un emergente ceto mercantile, i cui esponenti più ricchi ambiscono a mescolarsi con le grandi casate onde per cui si arriva alla costituzione del comune consolare.La vita sociale in città è turbata dalle tensioni tra i nobili e le nuove famiglie mercantili (Crescnezi Monticoli). Prevale la fazione nobiliare e determina in un primo tempo una politica filoimperiale.
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1137

Il 1137 in Verona la casa dei Mercanti è presieduta dal Gastaldo. Le forze che concorrono nella formazione del Comune sono i Fanti=Mercanti i Cavalieri= Nobili e il Gastaldo=regolatore dei commerci e il rispetto delle norme statutarie. Gastalo o castaldo "amministratore del re in ciascuno dei ducati longobardi dalla fine del VI secolo, poi "amministratore di tenuta"(secolo XIII), poi "fattore" (sec.XVI), L'Arte è ereditaria e gelosamente tramandata da padre in figlio.

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1141
L'adige compie un'altro diversivo e sembra che accostando da Roverchiara il Padovano presso l'odierna Bevilacqua e rientrando al punto di Legnago.

1164
Formazione della lega veronese che costringe il Barbarossa alla ritirata.
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1181

Il 1181 vede salire al soglio pontificio Papa Lucio che proviene dall'ordine Cistercense, mentre per la chiesa è un periodo di corruzione e violenza. Imperversa la simonia (vendita di beni spirituali: sacramenti, indulgenze, uffici, benefici ecclesiastici). Discute il problema delle eresie e tratta con l'Imperatore la restituzione dei territori lasciati da Matilde di Canossa al patrimonio di S. Pietro.


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1184
Lungo il corso del Menago si stanziano comunità che riprendono coraggio ed imparano a difendersi meglio dagli invasori. Di quest'epoca è la chiesa di S. Zeno che si trova nel punto dove si poteva guadare il Fiume Menago ed era un punto di importanza militare e commerciale. La chiesa di S. Zeno di stile Romanico è un esempio tipico di villa (curtis) sorta su terre incolte e marginali alla palude nel endolaguna veronese della Zoxana. Intanto la nuova struttura militare di primaria importanza per l'epoca:" il Castello" vede il suo rafforzamento. Qui vi si possono radunare i contadini e trasformarsi in soldati in caso di scorrerie nemiche. Il Castello è tenuto da un Capo che impega parecchio denaro per costruirlo ma che in cambio ottiene terreni, l'amministrazione giurisdizionale dei territori difesi, l' imposizione di tasse e dazi, che a sua volta versa in parte al vassallo dell'imperatore che si trova in città. Il castello era casa dominicale molto estesa con spesse opere murarie, fortificazioni costituite da palizzate, torri di legno, recinzione di piante spinose e ampio fossato intorno. Le funzioni del castello e della zona fortificata ad esso adiacente erano diventate di vitale importanza per tutto il endolaguna circostante: infatti vi si custodivano e si raccoglievano i beni della comunità (sopratutto i prodotti agricoli) e nei pressi era pure il mulino. Con l'affermarsi delle libertà comunali ( Pace di Costanza 1183) i comuni maggiori cercano di allargare la loro sfera di influenza e di potere a scapito di quelli più piccoli. Asparetto e il suo castello con i suoi punti di prima difesa al Mulino, posto in via Pila, e alla Crosara e in centro il castello in località corti (forse nell'edificio di proprietà De Guidi,o Minozzi,o Soave, o Merlin oppure, con diversa funzione tutt'insieme vedi il toponimo "corti"), luogo che risulta ben isolato, circondato da acqua, collegato da molte vie minori con le quattro direzioni, strategicamente posto in un punto importante.
Quest' epoca vede il cambiamento del così detto limes difensivo contro Ravenna, per trasformarsi in epoca Longobarda in limis offensivi nei confronti dei territori Bizzantini.

Garzon ci illustra nella cartina del 1184 le ville dei distretti del Tione e della Zosana e del fiume, da cui si evince che Asparetto è villa dal 1184.

L'economia migliora costantemente così che Verona e il suo endolaguna contano ben 44 arti: arte dei pistores=fornaio
arte dei garzadori=(da cardo=pettine con cui si carda la lana) , arte dei carradori , costruttori di barche , etc.
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Verso la fine del secolo XII si ebbe un rallentamento nella corsa verso il disboscamento, ed ebbe inizio un'opera di bonifica dei terreni paudosi.
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1194
Fu il Comune di Verona che per primo iniziò un'opera di bonifica su vasta scala nel 1194, quando nella Villa di Palù, regolando il corso del fiume Bussè e scavando nuovi canali, ridusse a coltura quasi 4.000 campi che furono suddivisi fra 374 cittadini.
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1197
Pace di Costanza
Viene ripristianta la libertà di commercio del veronese con la Germania, si afferma definitivamente in città, l'istituto podestarile, dopo un trentennio di alternanza con il consolato.

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1198
L'Adige rompe a Castagnaro e riduce in acquitrino infruttuoso la vasta zona che fra Legnago e i confini del Mantovano e fino al Po.
Invero tale rotta fu mezzo mlitare di offesa per giungere alle rocche di Legnago.
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Turisendo figlio del defunto Teobaldo capitano della Citta di Verona vende il Bosco gazo.
Partecipano all'acquisto Raimondino di Carnarolo Bartolomeo e Arduino.

secolo XIII

Nel 1200 Cerea fa guerra a Verona finchŠ ottiene il sospirato riscatto, dietro il versamento di una ingente somma: ottiene di eleggere i suoi podestà che amministrano e rendono giustizia.

Questo periodo si caratterizza per il recupero alla coltivazione di vaste aree boschive. Il bosco "gazo" viene attaccato da pi-ù parti,una in particolare dall'antica corte " Duas Robore" di Nogara, che era gestita in quel periodo dal Monastero di Nonantola.

Nel sud della provincia veronese ,si assite ad una vasta opera di disboscamneto e di colonizzazione,mentre si diffondono tra i villici l'attività di "roncare". Tale termine, durante una controversia tra al Comunità di Cerea ed i Conti di Palazzo, è definito da un giudice veronese con la frase "trahere nummus extra cum cochis et radicibus", eliminare cioè ogni traccia di bosco estraendo le zocche e le radici.

Questo secolo con la messa a coltura di nuove terre ricavate dal disboscamento, la coltivazione dei cereali si dilata e, con essa la necessità delle macine. Per gli operatori agricoli rivieraschi del Menago era quindi preferibile sfruttare le acque del fiume per far funzionare nuovi mulini piuttosto che recuperare e mettere a cultura le terre di paleoalvei.Questo indirizzo economico rimane prevalente fino a metà del secolo XVI e condizionò profondamente l'evoluzione della bonifica della paleoalvei.

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LOTTE AGRARIE NEI SECOLI XIII e XIV
L'epoca e quella in cui i competitori possono saltatre il segno., dove popolo e feudalit... si scontrano per il governo comunale.
Nelle Campagne avvengono sedizioni, con grandi sconvolgimenti nelle propriet... fondiarie. il secolo XIV fu invece un periodo di normalizzazione e ricomposizione e riordianmento. Pur attraverso lotte di fazioni, guerre tra principi, pestilenze, carestie, e calamit... di ogni sorta, vediamo ristabilirsi gradatamente e faticosamente quell'equilibrio economico che era stato profondamente turbato nel secolo XII.Ma lo spostamento avvenuto nei valori sociali diede tutt'altro aspetto alla costituzione fondiaria, che ne derivo.
Le rivoluzioni, durante il milleduecento, nell'italia settentrionale si accesero generalmente per ottenere la sopressione dei privilegi feudali, fra i quali primeggiavano quelli sulle terre.
Le signorie
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Verona commercia con le fiandre tessuti e lane provenienti dall'oriente.
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1202
Rinnovella Luciana Castellazzi in " Aspetti Giuridici nella vita di chiese e monasteri "
il primo documento e costituito da un breve (appunto n.d.r.) del 23 maggio 1202, diretto a Lanfranco, Arciprete del Clero Intrinseco.

Il SECONDO documento, di GRANDE INTERESSE STORICO ,( conservato in originale nell'archivio dfi stato doi Verona , Fondo Clero intrinseco, diploma I, e pubblicato da A. Spagnolo in "Il clero intrinseco veronese nella elezione del Vescovo 1080 - 1338, pp 100-105 (Atti e memorie dell'accademia di Agricoltura Scienze e lettere di Verona", s. IV vol. IX (1909), pp. 97 - 105) CONTIENE IL VERBALE dell'elezione da parte dei tre corpi del clero, dei compromissari, o GRANDI ELETTORI, che a loro volta si accordarono nella designazione di Bonincontro, arciprete della cattedrale, come Vescovo di Verona.
I menbri della congregazione del clero estrinseco ( o come si esprime l'atto "diocesano") che intervengono all'elezione sono i seguenti: l'abate del monastero dei SS. Pietro e Vito di Calavena.............(ommissis) un prete e tre chierici della pieve di Minerva,.....il prelato e un chierico di S.Maria di Bionede,
il prete della chiesa di AsparŠ, l'arciprete della pieve di Corezo..........etc.

Entravano dunque di diritto nella congragazione del Clero estrinseco tutte le pievi e le chiese aventi Jus parochiale, pi- l'abazia di Calavena, pi- un frate ospitaliero che era forse rappresentante di tutti i frati ospitalieri laici del endolaguna.


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1204
Venezia appoggia la IV crociata e viene conquistata Costantinopoli che viene posta sotto tutela veneziana. Venezia si assicura le zone utili al controllo delle rotte marittimo-commerciali del Mediterraneo:Costantinopoli,Creta,il Negroponte nell'Egeo, Modone e Corone, nello Ionio.
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1208

Ezzelino da Romano celebra la Vittoria sui Guelfi.
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1218
Nel 1218 gli Statuti rurali di Bovolone prevedevano la riduzione a coltura della palude comunale:"palude tota debeat sicari et ad statum bonum perduci"
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1222

Nel 1222 a Tarmassia, la famiglia veronese dei Visconti procedette alla bonifica di una palude ed alla costruzione di edifici rurali e di un mulino.Ma risultati di una certa consistenza non potevano essere ottenuti senza una pi-ù completa regolamentazione del corso del fiume; e quasi tutti gli interventi sporadici delle singole comunità non portarono mai a conseguire risultati concreti.

1223
La causa del
()


1225
Notizie più precise sull'estensione di questo bosco ci vengono fornite dall'atto di assegnazione del bosco"Gazo". Nel palazzo del Comune di Verona, il 5 dicembre 1225, tre delegati del Consiglio Veronese, fatte le debite perticazioni, suddividettero detto bosco tra le Comunità rurali interessate:

- Università e Villa di Isola Cenense campi 464
- Comune ed Università di Asparetto campi 58
- Comune ed Università di Salizzole campi 70
- Comune ed Università di Concamarise campi 87
- Comune ed Università di Casaleone campi 130
- Comune ed Università di Ravagnana campi 30
- Bartolomeo da Palzzo e suo figlio campi 25
- Adelasia e Azola figlie di Rufino campi 40
- Collegio di S.Giacomo di Tomba campi 10
- Chiesa di S.Biagio di Casaleone campi 9
- Monastero di S. Benedetto Ilarione campi 13
- Comune di Cerea campi3.462
(totale) campi 4.713
Nel documento si dice che i campi toccati a Cerea,2189 erano boschivi e 150 a palude; e che la parte proveniente dai da Palazzo era formata da 1273 campi a bosco e 80 a palude. Se ai 4.713 campi descritti, pari a 1.252 ettari, si aggiunge la parte di bosco appartenente a Nogara, che non rientra nell'assegnazione citata, si pu• avere un'idea della vastità di questa area boschiva.()
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Si osserva che alla fine dell'istrumento Š data conferma alle assegnazioni con la condizione per• che le ville e le persone sopradette potessero goderne il semplice uso.

1223
Racconta Bruno bresciani:" L'undici marzo in Aspareto 1223 il Podest... della Citt... affida a Niccol• da Bionde, Giudice Enrigeto de Carcere ed Enrico de Agro la cura di determinati confini per definire l'estensione del bosco gazo. La questione vede un viatore che deve sentire chi accampa pretese di qualsiasi sorta a presentare le loro ragioni entro breve termimine alle preconiszzazioni, fatte tra gli altri in "VILLA INSULE PAULI; 11 marzo in Aspareto.
Controversia sul "Bosco Gazo" rimessa alla soluzione del Comune di Verona il quale, dal 1223 si era sostituito ai Canonici nella tutela sopra i beni di Cerea.
1228
Nel 1228 a Bologna s'aprai popolari la ascensione al governo (Prima il comune era dominato dalla classe Nobile) erano i primi moti provocati dal popolo grasso da quel ceto di cittadini, cioŠ, che con i traffici, colle industrie, colle arti liberali, era riuscito ad accumulare ricchezze e non si distingueva dalla aristocrazia se non per le origini.

Furono riordinati gli estimi delle propriet... agricole, i quali ebbero non soltanto lo svcopo fiscale di procurare rendita al governo, ma anche quello politico di accertare la propriet... rurale e riconoscere giuridicamente, i possesori, molti dei quali erano di fatto usurpatori di terre appartenute alla nobilt....
Importantissima fra tutti, per le ripercussione che ebbe nella storia dell'economia pubblica italiana e della civilt... fu la LIBERAZIONE DEI SERVI DELLA GLEBA
1230

I padovani s'impossessano dopo la fuga di Ezzelino, di Porto e Legnago.



1232


S'istaura la signoria con Ezzelino III da Romano,
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1259
cade Ezzelino, fatto prigioniero a Cassano d'Adda e a Soncino viene trascinato e muore.
Azzo d'Este frattanto o per impotenza o per bontà,lasciò libere le terre che Ezzelino gli aveva donato, quindi Legnago ad esempio di Verona si resse a governo popolare.
Avvento degli scaligeri .
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1257
Fatto importantissimo fra tutti, per le ripercussione che ebbe nella storia dell'economia pubblica italiana e della civilt... fu LA LIBERAZIONE DEI SERVI DELLA GLEBA


1260
Mastino viene eletto capitano del popolo.

I Polo intraprendono la via dell'oriente.deserto dei Gobi-Cina-Catai. Questo viaggio fu intrapreso alla ricerca di nuovi sbocchi commerciali,data l'imperversante crisi in cui Venezia dove affrontare.
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1261
Venezia perde a favore dell'aleanza Greco-Genovese, Costantinopoli e i possedimenti ottenuti nel 1204
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1269
Venezia ha in quest'epoca proprietà fondiarie in terraferma, e una curia, detta del Procurator, aveva competenza di giudicare controversie sorte tra veneziani riguardo a beni immobili siti nella marca Trevigiana e nel Ferrarese. L'interesse del "comune Veneciarum" per la terraferma era dovuto all'esigenza non solo di tutelare la proprietà fondiaria, ma anche di evitare che qualche città di terraferma,Padova con i Carraresi, o Verona con gli Scaligeri, crescesse fino a soffocare Venezia nelle sue lagune; essenziale era per Venezia il controllo dei traffici con il Levante e la garanzia che essi potessero irradirsi liberamente verso la isole enee Isole enee e ancor più verso la Germania e l'Europa centrale.
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1276
Nonostante in qualche zona il disboscamento procedesse a rilento, negli statuti cittadini del 1276 erano previste facilitazioni per chi volesse stabilirsi in ville, che in quel periodo erano poco popolate.
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1277
In un a congiura viene ucciso Mastino della scala.
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secolo XIV
La lotta per il controllo delle valli Š feroce perchŠ contese dai Ferraresi, d'Este, dai Mantovana Gonzaga, dai Veronesi, Cangrande.
Queste valli sono strategiche per ogni uno dei tre contendenti, infatti l'arte della guerra ci insegna a tagl9iare argini, per impaludare valli, e creare il pi- efficace antimurale contro l'invasore.
Le preoccupazioni contiunue spingono i conendenti a cingere di bastioni e castelli guardati a vista gli argini dei fiumi.
A Ponte Molin poco lontano da bastion San Michele dove scende il tartaro, ed Š il Confine tra il Veronese Cangande e i Gonzaga mantovano congiunge e separa con un ponte le terre Veronesi soto corezo e ronchetrin., con quelle mantovane.
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1301
Alberto della Scala subentra a Mastino suo fratello ucciso quattro anni prima,e gradualmente riesce a sovrapporre alle istituzioni comunali una signoria di fatto: di questa beneficiano il figlio Bartolomeo(dal quale Dante ebbe "rifugio e ostello"), poi Alboino.
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1304
Sul tipo di piante che formano il bosco "Gazo" è contenuta negli Statuti e ordinamenti del Comune di Cerea, riscritti nell'anno 1304, dove al paragrafo 31 è fatta proibizione a chicchessia di appropriarsi di legname"nemoris Ceretae in Gazo"; e chi abbia a contravvenire sia punito con XX soldi " unoquoque ligno quercu, frassino,ulmo,tillio et,cero".
Gli stessi statuti prescrivono:"Similmente che nessuna pesona osi o presuma di fare fossato appo l'argine del Menago dai molini di S.Zeno fino al ponte della tombola".

Gli abitanti di Cerea avvertirono la necessità di intraprendere opere di arginatura e canalizzazione. Gli statuti della comunità di Cerea, prevedevano:"che il podestà si impegni a porre in buono stato le rive del Menago,ad impedire che la terra sia asportata o che nessuno scavi fossati presso il fiume; e per gli altri canali vengano fissate operazioni ordinarie di manutenzione da compiersi nel mese di agosto.
Dalla lettura degli statuti appare probabile che la nuova inalveazione del corso del Menago, dal mulino di San Zeno fino oltre le terre alte della Tombola, così come appare nel disegno di Cristoforo Sorte del 1589 fosse stata già eseguita.

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1311
Guida il veronese Cangrande della scala,dedicatario del paradiso.
Conduce una politica vigorosamente espansionistica che investe via via Vicenza,Feltre,Belluno,Padova e Treviso.

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1317
Gli scaligeri con Cangrande si spingono ad est arrivando fino a conquistare Montagnana.Due anni dopo si imposessano anche di Padova.
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1319
Verona ha 44 arti.
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1324
Cangrande
- Sviluppo del culto mariano
Arti:dei - Molitori = Mugnai
dei - Coliazi pellicciai = Calzature pellicceria
dei - Lapicidi = Incisori di pietra
dei - Orevesi = orefici
dei - Osti tabernarium = Tabernu dal latino osti
dei - Radaroli = (ratis - zattera) commercianti di legname dal trentino alla laguna Veneta e costruttori di barche.
Scali fluviali hospitia = Specie di alberghi con annessi magazzini per le mercanzie.

1329
Muore Cangrande gli succede Mastino II il quale estende il dominio su Brescia,Parma, Lucca. Sotto il suo dominio Verona tocca il massimo di splendore.

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1331
Nel 1331 l'emergente Signoria dei Visconti di Milano fa lega con i Carraresi e altri avversari degli scaligeri.
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1335
Documento attestante:
Asparè. Parrocchia.- 15 Miglia dall'urbe distal - Dionigsius loro cita lo ....Aspareto Asparé. De Quo nibilis in documenti. "Ville" tamen apud Maffeio Veron. illust. contessa eb Gangiu ad verbis Asparedo.-
Aspretus - Viste Asparè ()
Documento: Dai diplomi Scaligeri
Asparetto era:
- esente dal dazio del sale (ristrettezza delle grazie che concedono)
- dipendenza diretta degli abitanti al Vicario imperiale senza che rimanga nessuna autorità in favore del Comune di verona fatta sola eccezzione per il sale, e per ciò che era voluto dalla consuetudine...()

Documento del febbraio 1355
" In Veona, S. Maria Antica I magnifici cangrande della Scala presenti..notaio,..gastaldo..,rogatore speciale ad hoc, general fattore notaio di S. Pietro Incarnario,... in parte di detti domini...mantenere e difendere ...giurisdizione domini e fratum e suorum... procura integrale...infrastrutture delle ville,e terre...imponeva il Comune di Verona...per podestà...vicario e giudice... Comune di Verona e Vicenza, casa dei Mercanti di Verona e terra... e affitti..Comune di Verona e Vicenza...devono difendere...opere e persone,comunità,Villa, terra...privilegi e concessione...di suo possesso nel Comune di Verona...concessa..suo dominio ...aliquota...derogare...sua podestà..terre et ville che sono della giurisdizione della Scala sono qui scritte:..Sparedum.

---Distinzione delle Ville rispetto alla giurisdizione.
...così Bionde, Cerea...- Si erano liberate dall'autorità del Capitolo, Marega della Congregazione del Clero intrinseco, Isola della Scala dai Conti di Palazzo etc.
Ma Molte altre ville anzichè dipendere dal Comune erano direttamente amministrate dai Signori e per essi dai loro Fattori generali. Questa distinzione durò anche sotto i Veneti fino al Sec. XVIII. Ci fornisce notizie precise intorno ad esse l'ambasciata fatta scrivere il 25 febbraio 1335 da Giacomo Leone, Fattore generale in cui è espressa la ferma volontà di Can Grande II che le Ville di sua giurisdizione fossero immuni da dazi, oneri,scuffie,fazioni e imposte di qualunque, genere del Comune di Verona e della Casa dei Mercanti. Le Ville suddette erano: (ommissis)... (A) Sparedum.()
Non conosciamo la maniera nella quale tutte queste Ville pervennero agli Scaligeri, ma per molte però la possiamo indovinare.
Erano possessioni di S. Zeno. Gli Scaligeri sia con la violenza sia con l'introdurvi come abati dei loro bastardi, erano riusciti a farsi infeudare i possessi pi-ù importanti. Erano certo di S.Zeno: Ostiglia con S. Romano, Villimpenta, Borghetto di Valeggio, il Mantico.




1338

Venezia ha 115.000 abitanti ed è una delle maggiori metropoli Europee.
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1339

Venezia in maniera incerta conquista Treviso e il trevigiano.
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1348
La Peste fa si che Venezia, si riduca a 60.000 abitanti.
Ci voglio 150 anni perchè la popolazione ritorni ai livelli del 1347

1338.
Intanto Venezia è ostacolata da padovani e Carraresi, trevigiani, scaligeri, fiorentini e Visconti e Genova resta la maggiore avversaria. Venezia sviluppa una fitta rete di alleanze diplomatiche e militari.
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1351
muore Mastino II della scala.
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1355
Asparetto: Attestazione Scaligera sotto Bartolomeo e Antonio della Scala è Villa=Fattoria=curtis
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1377
Nel 1337 e Guidoriccio di Fogliano,capitano scaligero, viene battuto e catturato i Cangrande perdono il endolaguna della provincia Padovana che ritorna in mano ai Carraresi.
Jcopo Dal Verme,(1350 - 1409) , figlio del più famoso Luchino, capitano di Ventura come il padre, famoso per la vittoria riportata ad Alessandria mentre era al soldo dei Visconti, contro Giovanni d'Armagnac (1391) che combatteva per Firenze - ha in quest'epoca il possesso del castello di Asparè e quello di Sanguinetto, Antonio Bartolomeo della Scala, per compensare la strenua e fedele opera del Nobile Jacopo dal Verme, con pubblico strumeto fa a lui fatto donazione del Castello delle Terre di Sanguenè, e di molti altri luoghi del veronese, donazione confermata a Praga con diploma imperiale da Venceslao dieci anni dopo e precisamente il 2 del mese di agosto. Lucchino muore nel 1372 in palestina mentre fronteggia i Turchi. Questo fortilizio oltre al Castello di Sanguinetto gli sarà assegnato, oltre al novero della propria famiglia nella nobiltà Veneta, dalla Serenissima, per aver sedato la rivolta dei coloni veneti a Candia intorno all'anno 1364. Luchino era lombardo ed aveva già servito Mastino II della Scala, nella guerra di Lucca (1342), poi passò al servizio di dei Visconti per fronteggiare i fiorentini. Nel 1355 fu nominato Governatore del Genovese e,da Galeazzo II, Governatore di Alba e delle terre del suo dominio in Piemonte. Nel 1356 combatte contro la lega voluta dallo Stato della Chiesa comandate da Giovanni Acuto.
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1380
L'alleanza Genovese, Re d'Ungheria, Firenze,e i Carraresi giungono a stringere in una morsa Venezia.
1381
Venezia firma a Torino un trattato apparentemente sfavorevole, ma che in realtà Genova indebolita da contrasti intestini, cessa di essere pericolosa avvesaria.Per Venezia si apre la fase di ripresa e ricostruzione,particolarmente evidente nella terraferma.
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1386
Venezia conquista l'isola di Corfù, porta dell'Albania,
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1387
Verona e suoi territori vengono assorbiti dai Visconti in seguito alla decadenza degli scaligeri.
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1389
Venezia conquista definitivamente Treviso e il trevigiano.

Asparetto: Attestazione Viscontea /Famiglia dal Verme.
In tale anno Ugolino Dal Verme cede per tre anni "tota sua pars poassesssionis,dacii,vicarie et pisscherie,bannis et manifestis Asparedi cum omni alia iurisdicione quas ipse d. Ugulinus habet' a Iacopo q. Giovanni da Cerea.()()
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Ridimensionati gli Scaligeri, c'erano ancora i Carraresi a contrastare Venezia e ben più minacciosi i Visconti di Milano,anch'essi impegnati in una politica espansionistica a largo raggio.Nè mancherà di far sentire la sua presenza l'Impero che rivendica i suoi diritti sovrani su tutto il endolaguna.
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Secolo XV°S'impone nel Veneziano la nobile Famiglia Barbarigo di "nobilt... nova" ascesa alle massime cartiche della Repubblica nel secolo XIV Fra i sui membre pi- importanti Andrea ( 1399 1449 ), che commercia con il levante e in Egitto operando in seguito investimenti a Londra e nelle Fiandre, fond• la fortuna economica della famiglia;
Per il veronese tutto il secolo è contrassegnato da un succedersi di battaglie e scorrerie, da un sinistro scatenarsi di rivalità.
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Il secolo dei mulini.
La magior parte dei mulini ancora oggi esitenti nella paleoalvei del Menago furono o costruiti o ristrutturati o riadattati all'uso specifico in questo secolo, dopo l'esecuzione delle grandi opere di inalveamento del fiume realizzate dai Visconti all'inizio del secolo stesso.

1401
Nel 1401 Galeazzo Visconti dà il via determinante alla bonifica razionale della Paleoalvei il quale decide di procedere ad arginare e raddrizzare il corso del Menago nel tratto da Villafontana a San Pietro di Bovolone: l'alveo del fiume viene trasportato dal centro della paleoalvei, sul dosso sabbioso orientale. Questo periodo è contrassegnato dall'impossibilità di risolvere integralmente il problema delle bonifica della paleoalvei, in quanto nuove esigenze introdotte dagli indirizzi dell'economia rurale del tardo medio evo ne contrastavano la prosecuzione.()
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1404 - 1405

Verona si da a Venezia.
Venezia Incorpora la provincia di Vicenza, Verona,Padova, poi Feltre, e Belluno.
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1405

Fine delle Signorie tra cui quella scaligera. +
Dominio della Repubblica Veneziana
Doge Michele Steno

La Serenissima dà un compito difensivo militare al veronese, compito di confine onde tenere a bada i Visconti di Milano.e Mantovano

La Serenissima dà il via alla costruzione del ponte sull'Adige a Legnago.
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1404
SparŠ segue la sorte di Verona quando la dominante diventa Venezia.
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due anni pi- tardi per•
1406
Il Doge Veneziano (viste il fascicolo del contrenzioso) concede l'usofrutto di AsparŠ ai Gonzaga, Duchi di Mantova
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1408
Asparetto: Titolare in età veneta\Fam. Pasini, Fam. Lanfranchi.
1407 - 1439
Il primo periodo Veneto
I VICARIATI DIPENDENTI DA GIURISDICENTI PRIVATI (LAICI ECCLESISTICI) I VICARIATI EX SCALIGERI

" Tra il 1407 e il 1418, in occasione della liquidazione del patrimonio scaligero e visconteo,numerose autorevoli famiglie cittadine entrano a far parte del novero dei giurisdicenti (coloro i quali avevano la potestà legittima di giudicare e di far eseguire i giudizi pronunciati nel luogo dove veniva esercitata la giurisdizione) acquistando dalla Camera fiscale veneziana gli ura vicariatus su molte ville (o curti n.d.r.) del contado, sovente insieme, alle amplissime possessiones detenute dalla fattoria Ville o curtis n.d.r.) in quelle località. Le alienazioni rigurdano, nell'arco un decennio, una ventina di vicariati e centri circunvicini tra cui "ASPARETTO DI NOGARA" nella zona di isole enee a sud della città.
L'autorità dei Dal Verme su SanguinŠ e nelle zone cisrcostatnti, si consolidò negli ultimi decenni del Trecento.
In seguito alla congiura di Fregnano della Scala, il Castello di SanguinŠ (e quello di Asparetto n.d.r) vennero donati dagli Scaligeri a Icopo Dal Verme.
Nel periodo visconteo la posizione dei Dal verme nella zona si rafforzò ulteriormente sia sul piano patrimoniale che su quello dei diritti pubblici.

La giurisdizione criminale era pienamente esercitata nei primi anni del quattrocento da Iacopo dal Verme che si curò di ottenere il giuspatronato delle chiese di Sanguinetto e sue pertinenze.()


Dipendevano dai Dal Verme parecchie ville della bassa isole enee veronese fra il Tartaro e l'Adige.

La Signoria dei Dal Verme ha breve vita (scompare nel 1440) ma Sanguinetto sale al rango di contea con prerogative fiscali, funzioni militari mantenendo guarnigioni e sorveglianti in importanti fortificazioni di confine.()

1408

Ad Asparetto compaiono Nuove Famiglie quali la Fam. Pasini e la Fam. Lanfranchi.
Podestà di Verona Zaccaria Trevisan, delibera di caricare i comuni della Zosana e del Fiume Nuovo di 46 lire per ogni lira di estimo di ciscun comune ciò allo scopo di condurre a termine l'importantissima opera, cioè il ponte sull'Adige.
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1409
La Flotta Veneziana conquista Zara.
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1412
Il ponte sull'Adige a Legnano è concluso.
La Flotta Veneziana conquista Sebenico e Traù.

Attestazione
Il mulino di Asparetto già esisteva nel 1412 come risulta dal Rogito del nodaro Michel di Borolo di Verona.
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1413 nasce Barbaro Marco che far... carriera politica e diverr... Doge
1416
I Turchi vengono sconfitti dalla flotta Veneziana.
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1420
Venezia allarga il suo dominio sul Friuli, e con la Flotta conquista Spalato.
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Venezia era al centro dell'economia del mondo allora conosciuto, la sua grande flotta (la prima nel mondo), le sue galere da mercato la collegavano ai maggiori porti dell'oriente, e anord con Londra, Bruges. Era quindi logico che una tale straordinaria potenza commerciale si assicurasse una base territoriale sempre pi-ù ampia e sicura nella isole enee Isole enee.
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1426
Venezia sotto il dogato Francesco Fornari, supera l'Adige e conquista Brescia.
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1427
La Flotta veneziana sconfigge per la II volta i Turchi.
1428
Venezia conquista Bergamo, alle soglie dell'Adda si ferma non riuscendole di conquistare così Milano.
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1430
La situazione amministrativa del distretto veronese attorno al 1430 dimostra che Sanguinetto è sede di giurisdizione criminale (da cui dipende Asparetto).()
Asparetto e Sanguinetto ma anche Visegna da giurisdicenti privati laici. Dalla cartina risulta chiaramente che Asparetto possiede un proprio endolaguna contornato da confini che lo delimitano ed è evidenziato che non dipende ne da Cerea ne da Concamarise ne da Sanguinetto...
Uno dei settori di maggior contrasto tra Verona e le ville separate od esenti e tra le ville fra di loro fu certamente rappresentato dalle contribuzioni in particolare per la contribuzioni per la manutenzione degli argini dei fiumi,a causa delle rotte sempre incombenti nel Quattrocento.

La Villa di Asparetto e la sua organizzazione amministrativa:
"La Villa di Asparetto consisteva di alcuni nobili casati con i relativi possedimenti e formava una università=comune autonomo.
Asparetto trovasi sulla riva destra del fiume Menago, mentre Cerea è sul lato sinistro in modo tale da rendere giocoforza non dipendenti le due comunità. Ma come conferma Garzon i contatti erano più intensi con Sanguinetto, Concamarise, Bionde, Salizzole. Conferma questa tesi la cartina della situazione amministrativa del distretto Veronese del 1430,che propone Asparetto con un proprio endolaguna, che conferma anche la forma esagonale. La legenda riporta al punto 38 Asparetto e spiega che "la Villa dipende da giurisdicenti privati". "A nord del tartaro, tra questo fiume ed il Menago, fino all'altezza di una linea ideale che congiunge Bovolone ad Isola Della Scala, esisteva un grande bosco denominato "Gazo"o bosco di "Gazi et Hengazate Nogarie". Di questa vastissima area boschiva cominciamo ad essere informati nel 1180, quando Turisendo, procuratore della famiglia dei Conti di San Bonifacio, cedette fra l'altro,alla Comune ed Università di Asparetto 58 campi.

Cartina I La situazione amministrativa del distretto Veronese attorno al 1430
Legenda: c) da giurisdicenti privati laici; 38 Asparetto.()

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1434

Il tracollo definitivo del bacino del Tartaro avvenne nel 1434 quando l'Adige, nel furore di una piena senza precedenti, ruppe a Castagnaro, sulla destra. Le acque si riversarono nella isole enee con tale irruenza da scavare un solco profondo, che andò ad innestarsi nel Tartaro in località Canda.Le acque di questo nuovo ramo dell'Adige, chiamato diversivo di Castagnaro, si riversavano nel Tartaro trascinando sabbie che ne provocarono una riduzione ed un inalzamento dell'alveo, in modo tale che, nei momenti di piena, le acque rimontavano verso nord, inondando le valli affluenti.()
La Paleoalvei del Menago indagata, risulta sia anche appartenuta successivamente ed alternativamente ai Vescovi, alla comunità di Asparè, ai conti Carminati, ai Pompei, ai Verità etc.

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1435 - 40
Il distretto veronese nel secondo quattrocento subisce una evoluzione della situazione amministrativa. Così dal 1435 -40 fino alla fine del quattrocento protagonista unico è il Comune cittadino il solo che avesse un interesse reale a modificare la situazione. Al Comune cittadino si ribellano apertamente rappresentanti di 3 famiglie veronesi: i Dal Verme, i Bevilacqua i Sanbonifacio. Ciò contribuì a mettere a repentaglio la sicurezza del endolaguna veronese dato che le circoscrizioni soggette alla giurisdizione delle tre famiglie citate erano poste ai confini del distretto in posizione strategicamente importanti; in due di esse Bevilacqua e Sanguinetto c'erano forti castelli, fortificazioni, torri colombare e di avvistamento, a difesa della minaccia Gonzaghesca ma l'accordo e la fedeltà tra Mantova e Verona permisero al Comune Cittadino di ottenere concreti vantaggi in ordine alle amministrazione del distretto a danno delle autonomie locali di alcune ville e dei nobili ribelli.()
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1436
Il Castello-mulino di Via Pila è in possesso ad Aloisio Dal Verme.
Il quartier Generale è il Castello di Sanguinetto.
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1438

Nel 1438 il Signore Aloisio Dal Verme si allea con le milizie del milanese Niccolò Piccinino, e del Marchese mantovano Giovanni Francesco Maria Gonzaga, alleati contro la lega dei Veneziani Fiorentini, Niccolò d'Este e di Francesco Sforza, che il endolaguna della Repubblica Veneta avevano invaso; in questa occasione riuscì a salvare il castello di Sanguinetto ma le terre di Sanguinetto,Casaleone,Sustinenza,Concamarise e Asparetto,lamentarono gravi danni. I soldati del Piccinino minacciarono di ammutinarsi se non ricevevano il soldo arretrato e fu così che il condottiero li portò a saccheggiare Angiari,Roverchiare,S.Pietro di Morubio,Malavicina,Asparetto, Cerea e Bovolone.
Fu allora che fu bruciato il Castello di Asparè,ove perirono orribilmente alcuni paesani,che si erano ritirati con le loro cose per salvarle dagli assalitori.
Il Gonzaga per soccorrere le truppe del Piccenino provvide ad allargare la rotta di Castagnaro onde averne più acque e far passare da Ostiglia nell'Adige, i galeoni della sua flotta.

Milanesi e Mantovani assalirono e conquistarono Porto e Legnago.
Visitando l'antico Castello, di Via Pila, Bresciani testimonia nel 1930 circa,che ancora si vedevano all'interno i segni delle bruciature ().
"Adì 28 di octobrio fu rotto Zuan da Tolentin (general della Signoria di Venezia) a Legnago dal Conte Alvise dal Verme,e perdè più de dosento homeni d'arme, li quali erano corsi a Casalavon,e altr ville e menavano assai predoni".
Si deduce la Repubblica Veneta aveva il suo quartier generale in Legnago comandato da Zuan da Tolentin, e che lo stesso accorso in aiuto viene sconfitto dagli invasori.
"Il Castello di Sanguinetto era già stato tolto nel 1436 dai Veneziani ad Aloisio Dal Verme figlio di Jacopo, che aveva sposato la figlia del Conte di Carmagnola. Aloisio Dal Verme schierandosi con i milanesi ed essendo sconfitto viene privato di ogni suo possedimento e potere nei territori della Serenissima. Il castello di Asparetto finì incendiato nel 1438
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1440
La repubblica Veneta contrattacca e riconquista il endolaguna perduto due anni prima; assedia il Castello di Sanguinetto e lo espugna. Ai Signori Dal Verme vengono confiscati tutti i beni tra cui anche quello che resta del Castello di Asparè, facente parte del feudo di Sanguinetto..

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A meta' di questo secolo i Turchi penetrano nella penisola balcanica.
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1450
LA QUESTIONE DEL SINDACATO DEI VICARI

Il rafforzamento delle prerogative del Consiglio Cittadino di Verona sulle circoscrizioni soggette ai privati avviene nel 1450 con il testo statuario che detta norme sul sul sindacato dei vicari degli Ordines molto minuziosi che elencano le numerose giurisdizioni private da assoggettare a controllo.
Tale operazione portava nelle mani dei vicari del Comune di Verona, sottraendolo ai giurisdicenti privati il diritto di inquisire, multare, assolvere,esigere mandati di ogni somma, e l'inappellabilità sino al 6.
E' facile capire che una applicazione integrale delle norme sul sindacato dei Vicari rappresentava una limitazione precisa della autonomia dei giurisdicenti privati (investiti n.d.r.) sia pure senza annullarla. L'opposizione dei titolari dei vicariati fu perciò assai ferma, anche se non sempre compatta. Dal 1452, cioè dal primo anno di applicazione della nuova normativa, essi contestarono vivacemente vivacemente tale innovazione giungendo talvolta ad impedire con la forza l'accesso nelle terre di loro giurisdizione (investitura) ai sindaci inviati dal Comune di Verona.
A tale data iniziano i fascicoli processuali relativi al tentativo del Comune di Verona di sindacare l'operato di numerosi vicari: tra gli altri quelli di Asparetto. Episodi coloriti e vivaci...
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1453
I Turchi infliggono un grave colpo a Venezia. Conquistano Costantinopoli ed erigono il loro impero.
1454 ? Barbaro Ermolao il giovane (Venezia 1453 o 4 Roma 1493) diventer... a ambasciatore della serenissima .Umanista e filosofo si forma alla scuola del cugino Vescovo di Verona ERMOLAO BARBARO IL VECCHIO.
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1454
La pace di Lodi sancisce le conquiste lombarde di Venezia, con cui veniva definita la nuova situazione di equilibrio tra le maggiori potenze sulla penisola.
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1456
Nel 1456 gli abitanti di Concamarise vendettero un bosco di 800 campi confinanti col Comune di Asparetto.
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1463
Il mulino di Bovolone fu dato in locazione da Ognibene Brà alla comunità locale il 14 novembre 1463 (nodaro Antonio Delvi).
1464
La Repubblica Veneta istituisce il "magistrato dei Provveditori sopra le legne e i Boschi" con il compito di emanare leggi per la tutela dei boschi.
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Venezia è pressata in mare dall'Impero ottomano.
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1466
La situazione amministrativa del distretto veronese nel 1466 conferma Asparetto con proprio endolaguna e dipendente da giurisdicenti privati laici, autonomo da Cerea e sotto la giurisdizione criminale di Sanguinetto.()

1470
In questo anno la flotta Veneziana viene battuta dall'Impero Turco e perde il Negroponte,bastione avanzato del dominio veneziano, a ridosso dei Dardanelli.
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Non credo sia una coincidenza casuale che
Il Magistrato veneziano, nel 1470 costata in particolare per il endolaguna veronese che i boschi erano distrutti e le terre trasformate in "possessiones", di modo che la legna da ardere ed il legname da costruzione andava scomparendo, ed invitasse i rettori veronesi a reintrodurre culture arboree.
Il bosco era servito certamente per la costruzione della flotta,ed ora che ne abbisognava ancora non ce n'era più. Quindi i boschi erano all'epoca per una potenza marinara come Venezia come il petrolio per l'occidente d'oggi.
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1472-78 Barbro Giosafat (1413 1494) Š ambasciatore presso lo sci... di Persia per sollecitarne l'alleanza contro i turchi e scive la celebre relazione sui Viaggi fatti da Vinetia alla Tana(cioŠ Russia)
1475 - 76 Barbaro Ermolao il giovane cugino di Ermolao il Vecchio vescovo di Verona commenta le opere morali di Aristotele nell'universit... di Padova; tradusse le Paraphrases aristoteliche di Temistio e le opere dialettiche del grande filosofo greco.Osteggia le filosofie peripatetiche e propone un rinnovamento degli studi aristotelici.
1478
Marin Sanudo viene a Sanguinetto annotando che probabilmante a causa della carestia, l' invasione di cavpaleoalveitte rosse, per i cibi pessimi mangiati, nelle genti si diffuse la peste.

1482
La Flotta Veneziana ingaggia una guerra contro il Duca di Ferrara (Modena e Reggio, Marchese, d'Este, Conte di Rovigo,) Ercole I d'Este, impadronendosi del Polesine e il controllo fluviale del PO e dei commerci fino a Milano e al Piemonte.

Quel endolaguna era completamente bonificato, con la sua rete di scoli ben definita difeso e sepparato con argini dal endolaguna circostante e sottostante DOVE VAGAVANO E PALEOALVEIGGIAVANO LE ACQUE .

Il vecchio Sisto IV Š Papa ed Š alleato in guerra contro Ercole I Duca di Ferrara. La guerra dur• due anni e fu accanita e micidiali.
Divenne celebre come la Battaglia di POLESELLA cantata anche dall'Ariosto.
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1483
(Al Doge di Venezia Marin Sanudo scrive" Queste possessioni, ch'Š bellissima, era del Duca , nume di nostra signoria et fu semenada par Alovisio Baxadona, di Filipo F. coloega, deli Sincaci che per suo ufficio fu mandatdo ad sinichar (scandagliar?) li lochi di nuovo acquistati". .

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1485 Dopo lunga Carriera politica con l'appoggio economico della patrizia famiglia Barbarigo Marco Š il primo di questa casata ad essere eletto Doge ma rimarr... in carica solo un anno in qunto nel

1486 morir... e viene eletto Doge suo fratello Barbarigo Agostino .
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1489
il doge Barbarigo Agostino annette Cipro e promuove la politica di terraferma di Venezia e si adopera per una lega anti francese.
1491 Barbaro Ermolao il giovane cugino del Vescovo di Verona Barbaro Emolao il vecchio, Š creato patriarca di Aquileia .

1492
La scoperta dell'America provoca un lento declino commerciale del mediterraneo e dell'Adriatico e quindi Venezia subisce un lento declino .
1495
Agostino Barbarigo vince la battagli di fornovo in una alleanza antifrancese Veneziaoccupa i porti pugliesi assoggetta Monopoli e Brindisi.
1496
Venezia si adopera con un grosso onere finanziario,a indebolire Firenze, aiutando Pisa nella guerra contro di essa.
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1497
Milano Ferrara Mantova e Firenze si alleano con i turchi contro Venezia.

1499
Agostino Barbarigo Doge di Venezia si allea con Luigi XII di Blois Re di Francia, cosa che permetter... l'annessione di Cremona. e della Ghiaradadda.
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1499
Cremona si offre ai Veneziani.Evidentemente lo strangolamento era riuscito.
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1499-1500
I Veneziani perdono Modone e Corone "occhi" del loro dominio nell'Egeo.
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Alla fine del secolo, pur persistendo ancora un manto boschivo tra il Tartaro e il Menago, questà zona non è più in grado di assolvere i compiti che le erano propri in età comunale. Tantopiù non è più in grado di soddisfare l'accresciuto bisogno di legno della Repubblica.
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XVI secolo
L'egemonia europea degli Asburgo e degli aragonesi dei Castiglia e dei borgogna influenzano pesantemente i principi italiani e la loro politica. Il seme per una politica a tutto sesto Š gettata con la nascita dell'erede di europa il futoro carlo V.
Il disboscamento e la messa a coltura di nuove terre, chiamate "novalie",continuarono innarrestabili.
Il endolaguna è sfruttato dalla Repubblica Veneta per il legname e la canapa per fare navi e cordami. Il culmine della potenza Veneziana in terraferma è raggiunto nel 1509.
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Comincia in questo secolo a manifestarsi l'esigenza di alcuni possidenti, di regolare le acque in modo diverso, e in contrasto con le Comunità, onde consentire la coltivazione del riso. Questi possidenti si adoperarono per tre secoli per ottenere la sistemazione e la valorizzazione dei loro beni.
Assistiamo così all'insorgere di un contrasto acuto di interessi tra i risicultori da un lato, che premevano per la bonifica integrale della paleoalvei e per usare le acque a scopo irriguo, ed i proprietari dei mulini e delle Comunità dall'altro, che non intendevano modificare lo "status quo". Questi ultimi, che erano da tempo riuniti in un consorzio denominato "Consorzio del Fiume Menago" erano preoccupati che l'acqua concessa "per far risare" e quindi distolta dal Menago diminuisse la forza motrice e quindi la capacità di macina dei loro Mulini, specie nel periodo delle siccità estive.
Le diatribe in questi tre secoli segnarono il confine tra risicoltori e proprietari di Mulini.
All'inizio del millecinquecento i terreni della fascia valliva sono costituiti da appezzamenti di paleoalvei e appezzamenti a prato. Le terre di paleoalvei,a seconda del grado di impaludamento, potevano essere distinti in tre tipi:
a) paleoalvei da pesca e canne; erano terreni quasi completamente coperti dall'acqua,in cui era preminente l'attività della pesca (peschiere) e poca superficie era riservata alla coltivazione della canna palustre.
b) Paleoalvei "paludiva" e "cortiva"; terreni riservati unicamente alla raccolta della canna e che non si prestavano ad alcun tipo di lavorazione. Nel cinquecento il prezzo di questi terreni si aggirava tra i 4 e i5 ducati al campo.
c) paleoalvei con salgari,oni e pioppi; appezzamenti abbastanza asciutti che in qualche punto si prestavano alla piantagione di salici,pioppi ed oni (aceri campestri). Il loro valore in quest'epoca è di 6 7 ducati al campo.
i terreni che avevano maggior reddito erano quelli a prato: infatti per tutto il xvi secolo il loro valore medio si aggirò sui 20 ducati al campo, con punte di 50 ducati. I "pradi" crescevano bene e consentivano abbondanti sfalci in questi terreni abbastanza umidi.
Le pezze di terra "prativa e pascoliva" rappresentavano il punto di forza per le fattorie che possedevano terreni nella paleoalvei ,potendosi prestare per la raccolta del fieno, per il pascolo, per la piantagione lungo i fossi di salici, pioppi ed oni.
i prati e gli appezzamenti vallivi si alternavano, ad il prevalere degli uni sugli altri dipendeva dalla possibilità di sgrondo che l'appezzamento possedeva.
Il Menago si divideva in tanti rami privi di arginatura, dove il fiume riversava poi le sue acque nel Tartaro, anch'esso non arginato sul lato sinistro.
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1503-Nasce il Parmigianino ovvero Mazzola Francesco che dipinger... alla corte di roma e riesce a sfuggire e raffigurer... carlo V mentre tiene il mondo sotto suo pugno ( conservata alla galleria Cook Richmond.
1503 - 1504
Il crollo dello stato romagnolo del Duca Valentino, sotto protettorato dello Stato della Chiesa, pungola Venezia ad ampliare il suo dominio su quelle terre ambite: tra il 1503 e il 1504 ottenne la dedizione di Faenza, Rimini e poi Fano,Montefiore,Bertinoro.
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1508
Dopo breve guerra con l'Imperatore Massimiliano I d'Asbugo, nonno di carlo V Trieste a darsi alla Serenissima.
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I sentimenti Papalini di Giuli II e Imperiali ( Massimiliano I d'Asburgo
) , di avversione e la volontà di rivincita che da tempo crescevano contro i Veneziani riuscirono a coagularsi, nel 1508, a Cambrai, Francia. La lega di Cambrai, coalizione stipulata il 10 dicembre 1508 dalle massime potenze dell'Europa continentale contro Venezia,accusta di aspirare all'egemonia in Italia, era formata da papa Giulio II, che intendeva riprendersi la Romagna;il Re di Francia Luigi XII,rappresentato dal duca di Savoia, che mirava ai possedimenti veneziani in Lombardia;l'imperatore Massimiliano d'Asburgo pretendeva i domini di terraferma; il Re Ferdinando d'Aragona nutriva timori per il regno di Napoli e desiderava prendersi le città della costa pugliese.

1509
Venezia già colpita da interdetto(=nel diritto canonico, sanzione punitiva che vieta in un determinato luogo la celebrazione pubblica dei riti della chiesa), il 13 aprile la guerra ebbe inizio, nel maggio 1509 fu sconfitta dai Francesi ad Agnadello,in provincia di Cremona. L'esercito Francese di Luigi XII composto di circa 37.000 effettivi si scontrò con quello Veneziano di circa 32.000 uomini al comando di Nicola Orsini,Conte di Pitigliano e di Bartolomeo d'Alviano.Mentre i due eserciti si dirigevano verso Pandino (i francesi da Rivolta d'Adda,i Veneziani da Treviglio), l'avanguardia francese condotta da Giangiacomo Trivulzio avvistò la retroguardia Veneziana e l'attaccò. L'Alviano accorse per respingere l'assalto, ma dopo un iniziale successo fu disastrosamente sconfitto,prima che il Pitigliano potesse intervenire in suo aiuto.Le conseguenze della disfatta furono gravissime: quasi tutte le città veneziane di terraferma, guidate dalle malcontente oligarchie locali, si ribellarono, e furono preda degli eserciti conquistatori.Venezia fu assediata nella laguna. Solo la fedeltà dei contadini (e l'abilità dei diplomatici) salvò la Repubblica di San Marco, che da allora in poi non fu più in grado di riprendere la sua politica di espansione in Italia.
Sul punto di perdere tutti i suoi domini, l'abilità dei diplomatici Veneziani che si mossero tra gli alleati più temibili,come lo Stato della Chiesa, decidendo la restituzione al papa delle città della Romagna, e facendo altre grosse concessioni, così che il papa si convinse del pericolo di un eccessivo ingrandimento della potenza francese in Italia e lo persuasero così a rovesciare l'alleanza abbandonando i francesi e gli Asburgo, alleandosi con Venezia e con la Spagna che aveva seguito le orme dello Stato Pontificio. Tale ribaltamento di fronti aggravò le discordie nella coalizione dei vincitori.
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1509
Verona e il veronese vengono occupati dalle truppe iperiali.
Legnago e Porto erano state allestite per una resistenza all'estremo limite.Bartolomeo d'Alviano, Girolamo Canal, Sigismondo Cavalli, aveva abbassato le torri,rinforzate le mura,fatti bastioni alle porte, approfondite le fosse.Da Venezia erano giunte artiglierie,polveri e proiettili,ma scarse erano le truppe. Più tardi vennero tagliati gli argini sopra corrente, così che l'acqua dilagando attorno all'abitato,rese più difficile l'investimento.
Il endolaguna subì saccheggi,dappertutoo scaramucce, battaglie,devastazioni, stupri,massacri. e piovvero nella zona, tedeschi,lanzichenecchi,spagnoli,borgognoni,guasconi,schiavoni e perfino turchi.
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1511
la lega santa in funzione anti francese (5 ottobre 1511)
Stato Pontificio-Spagna-Venezia.
Si propone una riscossa militare.
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1513
L'Alviano ritenuto di non poter più difendere Porto e Legnago,in seguito ai ripetuti assalti di artiglieria subiti poichè avevano procurato irreparabili danni, distruse il Castello e le Mura.
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1514
Gli spagnoli che avevano assediato e conquistato la paleoalvei menago e Legnago se ne allontanano.

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1517
Il 17 gennaio 1517 fu conchiusa la pace per centun'anni, fra Venezia, Spagna,Inghilterra, Francia, e stipulata una tregua con l'Imperatore (Carlo V). Il veronese viene liberato dagli imperiali e riannesso a Venezia.
La terraferma era riannessa ma non era ancora la pace. La Repubblica dovette districarsi, ancora per una dozzina d'anni, tra il Re di Francia e l'Imperatore (nonchè re di Spagna)Carlo V.
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1522
Venezia perde per mano Turca Rodi.
1529
Il 5 aprile 1529 si firma a Cambrai "la pace delle due dame" tra Luisa di Savoia per il figli Francesco I e da Margherita d'Austria per il nipote Carlo V. La pace di Cambrai segna una breve pausa nel lungo conflitto tra Valois e Asburgo per la supremazia in Italia.
-1530
In un convegno tenutosi a Bologna sotto l'egida e il dominio di Carlo V Imperatore di Spagna e Germania fu firmata la pace: i confini dei domini italiani della Repubblica vengono definitivamente sanciti;nessun possesso in Puglia e in Romagna, e in Lombardia, rinuncia a Cremona.
Alla Spagna la Lombardia con a capo vicerŠ il duca francesco II sforza duca di milano che sposa la nipote cristina ,
Allo principe della Chiesa L'Emilia.
E' comunque una sovranità limitata.
come dice il saggio per fare politica in italia bisogna sentire cosa prediligono all'estro.
1509-1516-1529
Dopo le drammatiche,convulse e spesso atroci vicende della guerra di Cambray questo endolaguna attraversò un periodo di pace.

In seguito agli accordi di pace stipulati la Repubblica Veneta dovette capitozzare tutte le torri che fungevano da osservatorio e postazione militare. Era una decisione militare strategicamente imposta che privava la Serenissima di punti di avvistamento essenziali per il periodo in quanto lgi eserciti potevano essere mobilitati rapidamente e quindi dovevano essere sempre meglio organizzati i servizi di informazione. Il Mulino-Castello di Via Pila, Il Castello corte De Guidi, il palazzo Soave,alle corti di Asparetto e la Villa della piazza di Concamarise ne inglobano una ognuna e sono d'epoca quattrocentesca. Con i materiali di risulta vengono edificate intorno le ville come ora grosso modo le vediamo.


Se osserviamo la fascia valliva nelle mappe del XVI e XVII secolo, notiamo che questa è attraversata da una serie di enormi argini che si inseriscono sui dossi sabbiosi che fiancheggiano la paleoalvei, sbarrando il corso alle acque del Menago e degli altri canali che percorrono la paleoalvei. Queste opere di dighe furono costruite nel medioevo per alzare il livello delle acque e ricavarne dei salti d'acqua da sfruttare per far funzionare le ruote delle macine provocando peraltro gravi impedimenti allo scolo naturale delle acque, che ristagnavano a monte dell'argine e avolte provocavano veri e propri laghi o così detti "Gorghi".
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1531
Marco Antonio Venier, come esiliato, si sottrae alle dicerie calunniose, della citta Dogale, e cerca rifugio e conforto nel Castello di Sanguinetto.
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1535 Muore Francesco Sforza II vicerŠ di Milano con Carlo V di cui aveva sposato la nipote Cristina. Carlo V. Š incerto sulla successione.

1537 1540
I veneziani debbono intraprendere due grandi e costose guerre e debbono lasciare Napoli di Romania e Malvasia.
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1542 Messer Torello sarayan descrivendo nel 1542 la parte detta nel medioevo Zosana,termine che corrisponde all'odierno popolare di Basse, con cui si indica la parte meridionale della Provincia dice:"ne l'estate è molto habitata da li cittadini,mha ne la vernata per li estremi fanghi se rende ingratissima".

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Nella metà del 1500 viene introdotta nella paleoalvei del Menago la coltivazione del riso. Per trasfomare la paleoalvei in risaia è necessario sistemare il terreno, scavare fossi di scolo e condotti portatori d'acqua (seriole). In altre parole un'opera di bonifica di piccole dimensioni, ma molto raffinata.
Da quel momento in poi, la bonifica della paleoalvei può essere identificata con la progressiva estensione degli appezzamenti a risaia che si realizzano nella paleoalvei del Menago durante il XVI,XVII,XVIII,secolo.

met... '1500

1543 A Venezia viene pubblicata di Barbaro Giosafat (1413 1494) (ambasciatore presso lo sci... di Persia)" Viaggi fatti da Vinetia alla Tana (cioŠ Russia) che tratta dei sui viaggi per sollecitare allo sci... di persia l'alleanza contro i turchi

1546 Il Ducato di Milano Š dato a Filippo II figlio di Calo V e di Isabella del Portogallo.
Milano diventa avamposto militare della Spagna.
Nobilt... Milanese divisa e debole per le fazioni guelfe e ghibelline in lotta.
Milano e il ducato pu• contare su un senatoe un ufficio civile controllato dal VicerŠ.
1549 -1551 Barbaro Daniele Matteo Alvise Umanista e filosofo protettore di B. Tasso Š ambasciatore a LOndra
1550 Barbaro daniele Matteo Alvise Viene designato a succedere a G. Grimani come Patriarca dio Acquileia (per salvaguardare il monopolio veneziano sulla diocesi)nonostante non abbia ordini sacri.
1554 Ferrante gonzaga Š governatore generale sotto la direzione del VicerŠ Filippo II e subisce la commissione d'inchiesta e il richiamo.
A Milano il Cardinale CARACCIOLO PROTESTA PER LE ALTE TASSE CHE SERVONO PER MANTENERE IL GROSSO ESERCITO IN stanza in Lombardia ma la forza delle armi dei Lanzichenecchi bastano per mantenere l'ordine.Il Comando delle fortezze viene dato a spagnoli e napoletani l'amministrazione della politica imperiale Š affidata a Cobos y Molina.Gli spagnoli potevano imporre tasse a volont... ma senza far si che i milanesi esasperati chiamassro in aiuto i Francesi.
Sette volte tutte le ricchezze del per- non sarebbero bastate all'imperatore Carlo V per far fronte ai a tutte le necessit... nel ducato di Milano.
Tiziano ritrae Carlo V a cavallo nella battaglia di Muhalberg
( prado di Madrid)
la guerra di successione Š in atto violenta e vede in campo Carlo V, la famiglia Asburgo, il fratello e il figlio Filippo II, e come non bastasse la questione luterana era sempre meno sotto controllo.
Concilio di trento preoccupava Carlo V ma non poteva intervenire.
1555 quando Carlo V abdica e perde l'impero . Muore anche Giovanna di Castiglia (detta pazza) madre di Carlo V.
Gira un detto tra i principi d'italia: "Gli spagnoli brucano in Sicilia, mangiano a Napoli divorano a Milano."
Sale sul soglio papale Marcello II dopo la morte di Paolo III
Barbaro Daniele cura le edizioni di aristotele a Venezia .
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Seconda met... del 1550
Nel ducato di Milano rifiorisce, aumenta la popolazione si ricostruiscono le citt... e le industrie dopo quaranta anni di guerre precedenti.
1559 A Pontifica Pio IV
Palladio Progetta Villa Foscari a Mira collegata via acqua alla laguna
1560 Palladio progetta villa pisani per il Conte Bagnolo di San Vito
1561 Barbaro Daniele che ha l'eredit... di Aquileia partecipa al concilio di Trento con il compito di redigere il Regolamento dei libri da mettere nel famoso indice, e definire i compiti dei vescovi.
Svolge anche un'insigne opera di filologo curando edizioni e traduzioni di Aristotele e Vitruvio.
1564 muore Michelangelo Buonarroti e con lui la scuola fiorentina.
1566 A roma sal al soglio di papale Pio V mentre a Vicenza Andrea Braga Valmarano commissiona una Villa Ad andrea Palladio.
1567 Anche il Conte capra commissiona a Palladio una Villa.
1569
Mappe di Pompeo Canepari
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1570 1573
La Repubblica è associata
1570
Muore Barbaro Daniele Matteo Patriaraca di Aquileia e diocesi di Venezia.

Mappa di Panfilo Piazzola
Sono indicati il menago Nuovo che il Menago Vecchio.
Dimostra come a Bovolone "l'arzere della Comunità", posto tra la contrada del boloncello e quella della Madonna, convogliava le acque provenienti da Tarmassia e da Villafontana nel fiume Menago, per aumentare la forza motrice disponibile al mulino. Tra Mezzagatta e Buttapietra il corso del Menago è adirittura deviato verso est espressamente per far funzionare il mulino dei Mazzanti presso la corte Filegara (poi Mazzanta).
Il disegno illustra il tratto di Menago tra al sorgente e l'abitato di Bovolone, dove erano dislocati cinque mulini.
1 Mulino della Camara nel endolaguna di buttapietra.
2 Il mulino della Mazzanta nel endolaguna di Mazzagatta.
3 Il mulino di Villafontana.
4 Il Molinello tra Bovolone e Villafontana.
5 Il molino di Bovolone sulla strada per Salizzole.

Nell'anno 1570, su disposizione dei Provveditori sopra li Beni Inculti, della Serenissima, il perito Panfilo Piazzola fece il punto sulla situazione idrografica e territoriale della paleoalvei del Menago e redige un disegno particolareggiato per le zone nord di Bovolone.
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1571
Battaglia di Lepanto
Barbarigo Agostino (1516 1571) muore in battaglia a Lepanto a causa di ferite subite mentre comandava l'ala sinistra della flotta. Era stato diplomatico e militare.
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1573
Barbaro Marcantonio, fratello di Daniele Š balio a Costantinopoli nel periodo critico della crisi di Cipro (1568) e autore di importanti relazioni sull'impero ottomano. Dopo la battaglia di Lepanto conclude la pace con i Turchi e ricopre cariche di primo piano nella serenissima. Colto Mecenate e artista egli stesso fa erigere Villa Barbaro a Maser, con Palladio e affrescata da Paolo Veronese.L'opera nasce dall collaborazione tra Artisti e committenti che condividevano lo stesso "Credo"culturale ed estetico, affinato da una vasta conoscenza degli antichi e dell'opera dei grandi contemporanei.
Le letture dei poemi di Virgiglio, dell'opera di plinio accesero la fantasia immaginifica di questi olimpo di persone raffinate al punto che non solo la villa ma il endolaguna stesso esprimono un eloquio latino.
Scrive Palladio: Il sito Š amenissimo , la natura ha fatto prodigi creandovi colli dolcissimi...
Mappe di Iseppo dalli Pontoni
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1586
Mappe di Francesco Gasllese
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1587
Mappa di Francesco Gallese
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1589
La Mappe di Cristoforo Sorte.
Il mulino di Asparetto è ben descritto in questa mappa ed è evidenziato che le tre ruote del molino erano a beneficio di più proprietari, una ruota a Gerolamo Corte e tre quarti di di ruota a appartenevano a Gasparo Corte. E' ben evidente che il menago non scorreva inalveato con argine ma scarreva sinuoso e a zig zag formando un grosso gorgo proprio all'imbocco del Mulino posto ora in Via Pila.
Dà un'idea precisa della morfologia dei due argini che attraversano la paleoalvei del Menago alla altezza del mulino di Asparetto e del mulino di San Zen di Cerea e delle conseguenze che quest'uso comportava.
Il Menago era volontariamente ostacolato a mezzo argini perpendicolari al senso dello scorrimento onde fermare l'acqua e quindi realizzare i due salti d'acqua di circa due metri era obbligato a descrivere un ampio meandro detto "gorgo di Menago" sommergendo le terre a monte dell'argine e impaludando le altre per qualche chilometro.
Il disegno evidenzia anche il molino di S. Zeno che ha due ruote ed era allora gestito da due proprietari: Gratiandio Da Campo per una ruota e mezza e agostino Trivella per mezza Ruota.
Asparetto-Cerea-Tombola-Brusà
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E' da arguire che le Comunità erano molto forti e i regolamenti e gli statuti erano dalla loro parte, per riuscire a mantenere un simile stato di cose, che non collimava con gli interessi di chi voleva bonificare, di solito possidenti feudali o nuovi infeudati che ricevevano queste terre in seguito a guerre.

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Mappe che descrivono parte dei territori circostanti Asparetto,non recano più alcuna traccia dell'antico bosco "Gazo". Ovunque "pradi" e le "Valli" hanno sostituitil Bosco, mentre fanno la loro timida comparsa le "risare".
1592
1605 Pontifica Clemente VIII e i rapporti con La serenissima sono inaspriti.
16 maggio 1605 viene eletto Paolo V che non transige sul fatto di "autorit... ecclesistica". Vuole che due preti (macchiatisi di reati comuni, arrestati dal Consiglio dei dieci ) siano rimessi al foro ecclesiastico di Vaticano, maanche la revoca da parte della Serenissima di tre recenti disposizioni secondo le quali tanto l'erezione di chiese, ospedali, "luoghi pii" in genere quanto la cessione di immobili al clero restino subordinati al consenso del Senato Serenissimo ed era stato abolito il diritto di prelazione sui beni enfiteutici.
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secolo XVII
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1606 INSORGE LA QUESTIONE DIPLOMATICA tra Santa Sede e E REpubblica Di Venezia in quanto la classe dirigente Veneziana lascia scadere l'utimatum papale del 17 aprile 1606, sicchŠ Papa Paolo V scomunica i senatori, e il papa vorrebbe impedire sull'intero endolaguna della repubblica Serenissima ogni atto di culto.Di fatto nessuno rispetta la proibizione, l'atto papale viene dichiarato illegittimo e quindi nullo.
Il clero e i fedeli proseguono la normale vita religiosa.
Il governo espelle i gesuiti che sottostavano alle direttive papali e impediscono il culto..

La santa sede lancia l'intedetto contro la serenissima.
VENEZIA RAFFORZA LE DIFESE IN SENO AL COLLEGIO cardinalizio in quanto teme una coalizione spagnola pontificia.
In realt... la spagna a finco del papa e la Francia ufficiosamente alleata a Venezia erano disposte a farsi cuinvolgere in una guerra.
Agosto - La tensione sfoga con una lotta propagandistica tra Venezia e Roma con una miriade di pubblicazioni.
1607
A marzo la polemica tra Venezia Roma Š tutt'altro che sopita, tanto che verr... chiamata la "guerra delle scritture" Paolo Sarpi Š tra i difensori di Venezia
Cesare Baronio e Roberto e Domenico Bellarmino difensori della Santa Sede.
21 aprile 1607 le mediazioni diplomatiche tra Spagana e Francia conducono i contendenti ad una composizione: i due ecclesiastici colpevoli vengono consegnati a Roma tramite La francia vennero sospese, ma non revocate le tre leggi.
Paolo V Ritira la scomunica e l'interdetto.
Questa frattura lascio indeboliti i due contendenti e la compattezza della classe dirigente e il consenso.
Si distingue come diplomatico della Serenissima Barbaro Gregorio (1579 1616). Uomo di vasta cultura, esponente della corrente dei "giovani" Š ambasciatore presso il Duca di Savoia e conduce per Venezia la difficile trattativa per ostacolare l'annessione dei Grigioni da parte degli Asburgo.Viene invciato infine in Inghilterra.
La flotta inglese delle spedizione comandata da Newport (Raclift) fonda la prima colonia inglese Jamestown grazie john smith

1609
Ci scrive Bruno Bresciani:
"I conti Franco che hanno la villa al Piatton che unita da un lungo viale di platani a quella Dionisi di C... del Lago cadono in discgrazia della Repubblica Veneta. Infatti il consiglio dei dieci delego i giudici di Vicenza ad esperire indagini, a prender provvedimenti. I'accusa Š di aver dato ricetto a certi suoi nemici, macchiatisi di grave colpa e per ci• banditi dal endolaguna.La punizione giunse, e a perpetuarla fu ordinato che la sentenza fosse scolpita sopra una lapide da collocarsi nella villa che recita pressapoco:
ET FRANC
FRATELLI FRANTII
RECETTATORI DE
[...] BANDITI
REI DI SCELLERATI-
SSIMI DELITTI
RECTORES VINCEN-
TIAE IUD DELEGATI
EXCELSI
CONSILII X
ANNO MDCIX ,
1630-31
La peste
1655 Gregorio Barbarigo (Venezia 1625 Padova 1697) diviene prete e prelato domestico del suo protettore Alessandro VII Chigi che lo nominer... vescovo di Bergamo.

1657 Gregorio Barbarigo (Venezia 1625 Padova 1697) diviene vescovo di Bergamo grazie al suo protettore Alessandro VII Chigi.
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1649
Mappa di Giò Batta Giannese
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1660 Gregorio Barbarigo (Venezia 1625 Padova 1697) diviene cardinale grazie anche al suo protettore Alessandro VII Chigi
1661 Gregorio Barbarigo nel conclave non diventa papa per una iniziativa dell'imperatore Leopoldo I.
1664 Gregorio Barbarigo (Venezia 1625 Padova 1697) cardinale viene trasferito alla sede di Padova

1666
Il 30 agosto 1666 Cristoforo Da Campo ottiene di aggiungere una ruota da molino alle altre due possedute sul Menago al Mulino di S. Zeno.
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1670
Dal 1670 fino alla fine del del settecneto si assiste ad una vera e propria "esplosione della risicultura,con la realizzazione di 51 nuove risaie.

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1677
L'investitura del mulino di Bovolone viene rilasciata alla Comunità di Bovolone il 27 luglio 1677.
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1681 Mappa di Francesco Cuman documenta le poosessione del Vescovo in particolare in territori di Bovolone - Villafontana - Oppeano e da essa si riesce a vedere che il bosco era drasticamente ridotto.
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1685
La Comunità di Asparetto vende alla Famiglia Trivelli 300 campi.
La famiglia Trivelli per prima tenta di promuovere l'inalveazione e la rettifica del Menago. Infatti dopo aver acquistato trecento campi vallivi della Comunità di Asparetto, propose ai Provveditori sopra li beni inculti un progetto di inalveazione del fiume Menago da S. Pietro di Bovolone a S.Zeno di Cerea, secondo il quale poteva essere prosciugata tutta la fascia valliva corrispondente, per una estensione totale di 850 campi. Il 10 giugno 1685 il perito Matteo Alberti presenta il disegno relativo a questa istanza: la nuova inalveazione del Menago doveva svilupparsi lungo il bordo occidentale della paleoalvei fino ad Asparetto, e lungo il bordo orientale dal Molino di asparetto fino a quello di S. Zeno. Per questo secondo tratto era anche previsto un canale di scolo lungo la riva occidentale della paleoalvei. Questo progetto non viene approvato e si devono aspettare altri cento anni prima che fosse approntato e realizzato un nuovo e definitivo progetto.
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1687
Il tre settembre 1687 Antonio Verità ottiene l'investitura del Mulino di Asparetto. Gli fu riconosciuto l'antichissimo uso di "un mulino di rode tre con i suoi appartamenti, posto in pertinenza di Asparetto in contrà S. Nicolò, sopra l'acqua del fiume Menago.
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1692
Riconoscimento con investitura della Repubblica Veneta ad Angelo Calcolari del Molini di Mazzanta. 26 settembre 1692.
1699
Mappa di Tommaso Fiorini
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Tutte le opere di bonifica sostenute da singoli privati,avevano portato un grande contributo alla bonifica, ma già verso la fine del seicento ci si rende conto che il recupero della paleoalvei non avrebbe più potuto proseguire senza un intervento radicale,con lavori di grossa entità, volti a rimuovere i nodi cruciali della bonifica: cioè l'inalveazione del Menago e la rimozione degli argini che lo attraversavano.
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1700
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1710
Il 23 settembre 1710 La Repubblica Veneta riconosce con investitura il Molinello. Intestata a Giò Batta Malmignati.
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1714
Disegno di Gaspare Bighignato riporta una dettagliata descrizione e informa che la Comunità di Cerea possiede 5.500 campi vallivi.
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1716 La Repubblica Veneta riconosce il diritto del mulino della Camara con investitura a Leopoldo Dondoni il 19 agosto 1716.
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1735
Mappa di Antonio Gornizai
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1733
Alberto Pompei acquista il molino di San Zeno il 30 aprile 1733 dai Da Campo ed è autorizzato a traslare a proprio nome il possesso del molino e della pila recentemente costruita.
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1739
Il molino di Villafranca ottiene l'11 settembre 1739 l'investitura dalla Repubblica Veneta a favore della proprietaria Elisabetta Fracastor.
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1744
Viene confermato il possesso di tre ruote da molino ed una pila sul Menago a propostito del molino di S. Zeno, ad Alberto Pompei avvenuta il 15 luglio 1744.
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1758
febbraio : il Co Alessandro Pompei attesta all' Ecc.mo Procuratore di Venezia che il campanile sito in fianco All'Adige era pendente ed è caduto per colpa di nessuno.
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3.31.10.03

anno 1768
Di qui le accuse rivolte alla Chiesa da Venezia: di aver ostacolato il progresso (oscurantismo ecclesiastico) monopolizzando la cultura e di essersi impossessata di immensi beni fondiari, "PLENITUDO POTESTATIS"

Governo Pontificio e Repubblica Veneta tutelavano l'Ortodossia religiosa nei rispettivi territori, con vigore e abbondanti energie.

I Giansenisti - riformisti illuminati e anticuriali si rivelarono (secondo Mantese) alleati degli uomini e delle ideee della Rivoluzione Francese.
Nelle Chiese invece i giovani avviati troppo presto al sacerdozio diedero origine al fenomeno dei " CICISBEI" nonchŠ di disoccupati fanulloni di poco onorata memoria.

La Legge Veneta emanata nel 1768 la mette di nuovo in contrasto con l'autorit... Ecclesiastica che rivendica il diritto di legifewrare in materia.

La legge tratta delle domande per l'ingrsso in convento.

1ø I Vescovi dello Stato Veneto hanno pieno re libero potest... sopra i religiosi senza esclusione alcuna.
2ø Diritto d'ispezione , disciplina, giurisdizione, giudizio, e pene (religiose) per i delinquenti nei chiostri.
3ø Vestizione dopo il 21ø anno di et... e 25ø per la professione.......


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1779
Addì 30 luglio 1779
Mappa Alentan
Disegno regolato da me sottoscritto Perito Ordinario unitamente a (messer. ?) " Antonio Alentan Perito C Strad" per esecuzione del mandato d S.C.C. Provveditori sopra li beni inculti 28 (pirante ?) rialsciato a tenore del Costituito in dello giorno annotato per parte e per nome dalla S.S."Alessandro Carlo Fratelli Carminati Supp.ti et in Ordine al mandato e Costituito sud" resta dischiarato che restano rimossi tutti li fossi delineati di rossso e punteggiati di nero delineati in questo Disegno Denominati Gasardi in loco Farfusola e Farella superiori alla strada Consortiva e superiori al Dugal di Isolella e per conseguenza non avevano più luogo le tre iscrizionio: Fatte alle mani C D E, e così pure s'intenderanno anche rimossi li tre bracci dé delineati nelli beni de S.S. Coo Supplicanti superiormente all'Argine strada delli Mulini di Asparé ed anco questi restano destinati con puntini Neri e perciò resta dichiarato, ché tutti li suddetti fossi punteggiati di Nero restano abbandonati, come se segnati non fossero e ciò con riserva delle pubbliche raggioni e senza pregiudizio della riserva delle pubbliche raggioni e senza pregiudizio delle stesse.
In fede Stefano Toin P.to Ing.re Ord° aff°:
30 oxtobre
Copia della regolazione fedelmente estratta da me Plinio Antonio Roveda, d'altra simile al Perito Steffano Toin;
e quello disegno ho punteggiato a norma della medesima regolazione.
In Fede. Io Roveda suddetto Perito del M.° Ecc.mo B:C
Copia
Disegno formato da me sottoscritto Perito Ord°: e in compagnia di D: Pier Antonio Montan Perito (Estrad°?) in esecuzione del reveribile mandato die SS EE Provveditori sopra li beni Inculti
9 xtobre p.p°. rilasciato sopra la supplica delli SS.° Coo: Alessandro Carlo e Fratelli Carminati presentata nel Ecc.mo Colegio li 20 otobre antecedente, e riprodotta nel Sud°:Ecc:mo Mag.to: il giorno stefso in cui furono rilasciate le commifsioni nel quale con venti e misure resta delineata, e colorita di rossetto e contrassegnata con la lettera A una pezza di Terra Valliva di Campi 20 detta Présa della Fontane situata nel Comun de Aspré che desiderano ridar a Rif(s)ara con le acque sortivose piovane ed accidentali che provengono da (D)Feta Farfusola in pertinenza di Malavicina et altri conterminanti al Dugal Scolador ò "Isolella sotto il Comun di Cerea Dimostratto nel pref(s)ente disegno e tutte contrafsegnate con linee Rofse per quefste condurle sempre dietro le medesime sino "gli usi suplicati di Risara e per posci adempiti le medeseme sino "gli usi, far capitar le scoladizzi nel Fiume Menago pocco sotto la chiesa di S.Zen di Cerea come rappresentata la mano B e tutto ciò s'intenderà nella Forma e modo di sopra dichiarato e dimostrato in quesFto difsegno e non Diverfamente.
Avverranno perciò la facoltà di fare le necessarie fortificazioni e profondazioni nei falsi supplicati per far scaturire quella maggior quantità di acqua che potranno e così pure di far ponti, ponticali Roste et intestature, che occorressero, onde effettuare la suplicata Investitura.
In fede.
Essendo il tutto nelle pertinenze e nello Endolaguna di Verona.
Terminato in Venezia lì 27 Genaro 1778 M.V.°
Steffano Toin Pubb.° Ing.e ord.° a ffirmo
Addì 20 Febraio 1779 Verona
Copia fedelmente tratta da me sottoscritto Pubb.co Perito daltro Disegno autentico di Steffano FToin. P.° Ord.° del Mag:° Ecc: mo di Beni Inculti, in tutto e per tutto simile al medesimo in Fede
Plinio Antonio Roveda Pubb.°P.°
Addì 28 Giugno 1799 Verona
Copia tratta fedelmente d'altra simile da me sottoscritto in Fede.
Vedi Foto


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1780
Allo scopo di procedere verso la bonifica delle valli del Menago, l'8 giugno 1780 il Senato della Repubblica Veneta ordina con un decreto "la riduzione in consorzio di tutti gli interessati nelle valli di menago sotto la dipendenza del "Magistrato Nostro". Il 18 luglio seguente vengono eletti presidenti del Consorzio Valli Menago: Nicolò Michiel,Alberto Pompei e Giuseppe Carminati. L'ultimo Doge di Venezia procuratore deputato aggiunto alle valli veronesi, dopo aver " perfettamente combinato le discrepanti opinioni degli Accademici e dei Periti con quelle dell'esperto Ingegnere Colonello Lorgna", il 9 agosto 1781 fa approvare al Magistrato sopra li Beni Inculti un decreto col quale viene affidato al Pubblico Ingegnere Simon Barbieri l'incarico di approntare "un progetto con la relazione e disegno,che indicar dovranno le operazioni tutte da eseguirsi per asciugamento delle Valli del Consorzio del Fiume Menago, non meno che del fabisogno comprensivo il dispendio occorrente...la Mappa e Catastico de Beni tutti soggetti ad esso Consorzio,e questo li nomi dei Possidenti e la Qualità e Natura dei rispettivi fondi...".
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1782
Mappa del Trezza.
Il Pubblico Ingegnere Bombieri procede alla realizzazione dell'incarico affidatogli due anni prima, operando in stretta collaborazione con Anton Maria Lorgna, il quale, il 28 aprile 1782,invia al Magistrato ai Beni Inculti una relazione, nella quale si dichiarava perfettamente d'accordo con le soluzioni indicate dal Bombieri.
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Confrontando queste varie mappe di 300 anni di storia del endolaguna si può dire che in adiacenza del fiume Menago nell'alto medioevo erano quasi completamente coperti da un manto boscoso formato da quecie,frassini,carpini,cerri,olmi,tigli,oppi,e che nella metà del cinquecento l'operazione di disboscamnto aveva già interessato circa il 90% del endolaguna.
Se tanta e tale è stata la quantità di legname utilizzato si capisce che le attività ad esso collegata.
Certo in massima parte questo legno sarà affluito a Venezia per la costruzione di navi, ma in parte minore i falegnami dell'epoca anno sicuramente lavorato per costruire mobili,attrezzi per le case e per l'agricoltura, utensili, carri, barche,tini,botti. L'industria adile ha fatto grande uso di questo materiale abbondante in zona.La manodopera locale ha avuto quindi un rapporto particolare con il legno: conoscenza delle qualità, del taglio, del trasporto, dell'essicazione, della lavorazione più minuta.
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La fine del secolo XVIII segna la vittoria della bonifica della Paleoalvei e il riso vince la sua battaglia, grazie ai mutamenti politici. Venezia decade e quindi questo avamposto militare tenuto volutamente a palude, per meglio controllare le vie di comunicazione e il crollo del feudalesimo e delle sue regole prepotentemente spazzate via dal "Code de Napoleon", conseguentemente la rivoluzione Francese e l'invasione del nord d'italia da Parte di Napoleone I°. S'impongono nuove mentalità, e nuove regole, i diritti feudali si attenuano gradulamente nel nord Italia, e alla classe feudale-Nobile si affiancano i ceti emergenti di ricca borghesia imprenditoriale, che vive sulla trasformazione e la produzione più che sulla rendita.

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1796
Napoleone I irrompe nel endolaguna veneto, Ludovico Manin abdica.
11 settembre battaglia di Cerea tra Austriaci e Francesi

1796 Ludovico Manin abdica a favore di chi? Una Amministrazione Bonapartista o una amministrazione Asburgica? o demi?

ASPARETO Š Comune e Universit... e possiede 58 campi.

11 settembre 1796 nelle Valli Veronesi attorno a SparŠ to c'Š battaglia tra Austriaci e Francesi.
Nei dintorni di Ca del Lago sta una lapide che ricorda la battaglia.
La Villa di c... del Lago Š luogo appartato e sontuoso per alloggiare il comando Bonapartista o/e Asburgo.



Significa che a Settembre i giochi non erano ancora fatti.

VENEZIA REPUBBLICA SERENISSIMA Crolla nel 1796 sotto la spinta del Bonaparte che non che uno dei tanti generali di periferia mentre a parigi dirige il comitato rivoluzionario.

Bonaparte a Liobel in Austria sigla accordi con gli Asburgo

1797 Campoformido
Comincia un periodo confuso per l'amministrazione delle terre Venete ed in particolare la destra e la sinistra Adige.

Bonaparte non si spiega bene sui confini del veneziano da cedere agli Asburgo.

Gli Asburgo incamerano i possedimenti Veneziani dell'Adriatico ovvero le isole e le penisole dalmate Trieste e il Carso. L'Austria - Ungheria ha il suo naturale affaccio all'Adriatico con Trieste alla quale Vienna concede privilegi come porto commerciale.
Un confine viene delimitato fino all'Adige.
Destra Ai Austriaci.
Sinistra Adige Ai Bonapartisti Francesi.
In Aprile a Vreona, divisa in due parti OVEST E EST, si ribella contro la divisione e Bonaparte seda la rivolta con la forza. (Pasque Veronesi)

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1797
Trattato di Campoformio, Napoleone consegna all'Austria tra l'altro Venezia e il veneto fino all'Adige.
In aprile Verona si ribella contro le truppe di Napoleone durante le così dette "pasque veronesi"
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XIX secolo

1800
Dopo il Trattato di Campoformio sancisce il passaggio di Venezia e il Veneto all'Austria. Il Veneto rimane zona militare di primaria importanza e vi si trova il famoso quadrilatero con vertici a Peschiera,Mantova,Legnago,Verona. Asparetto ne fa parte.
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1805
Venezia passa sotto l'amministrazione francese.(pace di Presburgo)
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1810
A SPARE to




SITUAZIONE POLITICO GEOGRAFICA
Veneto Bonaparte e Bonapartisti mentre irrompe dal Piemonte e la Lombardia si squagliano le coalizioni fedeli a Venezia e si vanno formando coalizioni fili Bonapartiste e fili Asburgiche.
Gli Asburgo non sono disinteressati agli avvenimenti anzi da qualche secolo cullano i propositi d'impossessarsi delle ricche, laboriose, ingegnose e strategiche terre venete. Sembra che Bonaparte sciupi i loro disegni in realt... li aiuta. Bonaparte Š un astro nascente che si consacra ad Arcole nella famosa battaglia. Ma dura poco sulla scena. Una quindicina d'anni. Anni da Imperatore piglia tutto.



I PARTITI SONO ALMENO QUATTRO:

I FILOASBURGICI
I FILOFRANCESI
I FILOVENEZIANI
I FILOPAPISTI


SPARE' SUL CONFINE DELL'ADIGE passa da amminsitrazione filo francese a amministrazione sempre con la sua indipendenza

ADIGE E'A VOLTE CONFINE
1800

1805

Venezia, a conferma che il trattato di Campoform io/do non Š interpretato univocamente da Bonaparte e Asburgo, ritorna all'amministrazione Bonapartista Italo - Francese

Eugenio Beauharnais Š vicerŠ di alla proclamazione del regno d'Italia. Beauharnais riordina amministrativamente i distretti e al distretto del Mincio con a capo Mantova dove era incorporato anche Aspareto viene sostituito un nuovo distretto che riunisca Cerea, S.Pietro di Morubio, Angiari, Sanguinetto.

Mentre a Parigi o meglio in battaglia Bonaparte continua a mietere vittorie tali da allertare l'Inghilterra che crea un blocco navale attorno alla Francia.

1807
Catasto Napoleonico viene istituito.
Esempio Nogara: quello che oggi chiamiamo sezioni catastali
in quell'epoca vengono divise in:
Barab• di sopra, Barab• di sotto S. Agata Nogara

Con l'avvento di Bonaparte cessano i vicariati.
Il Comune di Asparetto, come dice il Varanini dipendeva da giurisdicenti laici e non da Vicariati.
Quindi una lacuna storica di Bonaparte crea il qui pro quo della apparente sopressione del Comune di Asparettoi Asparetto

1810

ASPARE'tto Mentre i paesi vicini si danno alla Amministrazione Filo - Francese con tanto di riconoscenza e sottomissione il Comune de Spare' medita sul da farsi poichŠ le notizie sono scarse e filtrate dai Podest... dei paesi e citt... limitrofe pi- grossi.
AsparŠ to ha una grossa estensione e pochi abitanti e grandi ricchezze di usi civici che rendono i suoi abitanti indipendenti. Ricco di acque ricco di pesci di canneti, sguazzi di animali selvatici, anatre, oche fagiani e tanti uccelli, lepri e selvaggiana che vive sugli isolotti terraaquatici.

Il sigillo francese Š l'aquila imperiale.

Scrive Bruno Bresciani "Tra storia e Memoria" "Nuoviorrizzonti" pag. 85 : "Nel 1810 vengono uniti in un nuovo distretto i Comuni di San Pietro di Morubio, Aspareto, Angiari, Cerea.

Nei Momenti turbinosi e confusi di guerra e di cambiamenti di confine e di istituzioni il PODESTA' DI CEREA spalleggiato dai PODESTA' DI ANGIARI,SAN PIETRO DI MORUBIO,SANGUINETTO ORDISCONO

LA CONGIURA DEI COMUNI CONTERMINI PER SOPPRIMERE IL COMUNE DI ASPARETO
VI PRENDONO PARTE: CEREA, SAN PIETRO DI MORUBIO,SANGUINETTO,ANGIARI

Infatti il 5 novembre del 1810
in un luogo
si riunisce un consiglio (famigerato ndr) dei comuni di Cerea, Angiari, S.Pietro di Morubio, Sanguinetto
forse per formare un distretto .

presenti

il Podest... di Cerea

con i suoi savi,

il podest... di Sanguinetto,

il Sindaco di Angiari

assistito da due anziani,

il Sindaco di San Pietro di Morubio,

assistito da due anziani


si riuniscono e deliberano
(ingerendosi anche di questioni che non erano loro ndr).

Della riunione il Podest... di Cerea fa redgere da persona di sua fiducia il verbale.
Lo timbra con un timbro rettangolare, senza stemma alcuno.( Ci• denota che l'organismo che si riuniva non era il Comune di Cerea ma un organsmo sovracomunale che non aveva ancora scelto il suo stemma ovviamente n.d.r.)

(Il Comune di Aspareto non Š rappresentato ovviamente, da nessuno in quanto non Š mai stato soggetto alla giurisdizione Ceretana, nŠ tantomeno di Sanguinetto nŠ di Angiari, nŠ di San Pietro di Morubio, poichŠ Š soggetto diretto dell'Imperatore, e quindi nŠ il suo sindaco nŠ i suoi savi, nŠ gli anziani possono nŠ devono parteciapano alla riunione, indetta da detti Comuni.

Aspareto quindi non aderisce a questo gruppo sopracomunale comandato dal podest... di Cerea che non s'intende di giurisdizione. e tenta il colpo di mano per portarsi via la giurisdizione del Comune di Aspareto dei suoi territori, della sua Amministrazione. ndr.)

(Nella riunione di un organismo sovracomunale decidono di prendere unilateralmente ed illegittimamente decisioni per il Comune di Asparetto)

L'organismo sovracomunale che va formandosi Š un organismo di egemonia Ceretana poichŠ ad esso vengono assegnati a

Cerea 16 consiglieri . .
Angiari 6 consiglieri
S.P.Morubio 6 consiglieri
Aspareto 2 consigliere

Bresciani Bruno nel riferire di questa riunione fatidica sente il bisogno di precisare che ovviamente: "L'unione dei Comuni suindicati non d... luogo a contrasti, nell'interno del consiglio"


I Ceretani non hanno mai rinunciato da secoli a sottomettere i paesi contemini e i suoi narratori per ingrandire Cerea scivono,( a torto n.d.r.) che gli sono sottoposte le ville o corti di Malavicina, Aselogna, Aspareto, Isola Paola, Casaleone, Ravagnana e Sustinenza, come si desume da documenti conservati nell'archivio capitolare di Verona. Varanini attesta l'indipendenza di Asparetto che era sottoposta all'Imperatore e a Verona e poi in epoca Veneziana a Venezia e a Verona.

1811
Il sigillo studiato e fatto dai Ceretani Š quadrato.

1812
17 marzo 1812
Il Podest... viene messo in minoranza in pratica sfiduciato dai consiglieri di Cerea che su trenta sono in sedici e quindi hanno sempre la maggioranza, quando tratta di passare una parte dell'avanzo dell'esercizio precededente al conto generale.
I consiglieri adducono la ragione di avere, con propri denari, ricuperati i fondi.

L'ordine pubblico e retto da una regia gendarmeria che non Š a Cerea.

La comunit... di Cerea istituisce le guardie campestri.
formata da 24 uomini

L'esercito di Napoleone Bonaparte Š in disastrosa ritirata dalla Russia.
L'astro Napoleonico volge lentamente al tramonto con le conseguenze che significa per le alleanze vecchie e per quelle nuove che sono pronte a formarsi.


1813

La battaglia di LIPSIA esalta la Germania ed Š un colpo d'ariete che mette in ginocchi l'impero Francese di Bonaparte.
Questi ultimi due avvenimenti provocano un contraccolpo sulle alleanze che reggono il Regno Italico condotto da Bouharnais.
Conseguenza prima Š che le truppe che presidiano lo scacchiere Veneto vengono concentrate in altri scacchieri di pi- alto valore strategioco per la protezione della Francia.

Il comportamento vigliacco del Podest... di Cerea provoca una reazione popolare violenta e il fascicolo di polizia dell'anno 1913 del Podest... di Cerea Š tutta una serie di Rapporti Castellani per furti, rapine, omicidi dovuti al generale malcontento . Nasce la cosidetta banda " Nineta" imprendibile primula rossa. Il Podest... Castellani

Esiste il Dipartimento dell'ADIGE
Entra in vigore il Catasto Napoleonico


1814
I contendenti si accordano alla definitiva caduta del Bonaparte nel
Trattato di Vienna
L'Austria annette tutto il Veneto oltre che la Lombardia.
Attorno A SPARE' to gli Asburgo formano il cosdetto quadrilatero militare con vertici a Verona, Legnago, Mantova, Peschiera.
A SPARE' si trova circa nel centro est del quadrilatero, ovvero zona di alto interesse militere strategico per gli Asburgo.

1814
Verona, Venezia e il lombardo veneto vengono riannessi all'Austria.(congresso di Vienna).
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1822
Verona è sede del congresso della santa alleanza.
1848
Ribellione all'Austria. Daniele Manin, Niccolò Tommaseo.
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1866
Verona il veronese, venezia, il veneto viene annesso all' Italia (terza guerra d'indipendenza).
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1908

Mentre l'italia sabauda e Vittorio Emanuele III è Re, il giorno 5 del mese di novembre, in Verona,Via delle scimmie, in casa del Dr. Baietta Bortolo,9, il Notaio Moreschi Pasquale, si sancisce il passaggio di proprietà di terreni e fabbricati siti in Asparetto e di proprietà delle Nobili Contesse Murari Dalla Corte Brà Eleonora ed Alma fu Conte Luigi Alvise mogli rispettivamente del nobile Signor Narducci Lamberto,tenente di Vascello, e Barone Carlo Casana, tenente di vascello nella Regia Marina, a favore di numerosi possidenti di Asparetto e di Cerea.


ACQUIRENTI PREZZO
Tosato Luigi ettari 2,09.77 £ 3.000
Tosato Giacinto " 6,12.78 £ 7.000
Tosato Luigi Giacinto " 1,61.91 £ 161
F.lli Passerini
Remigio,Ettore,
Annibale,Domenico,
Natale. " 5,63.53 £ 7.000
F.lli De Paoli Paolo
e Carlo " 1,46.08 £ 2.200
Boninsegna Giovanni " 3,34.43 £ 4.000
Rossetti Giacinto " 0,40.75 £ 600
Paolini Giuseppe, Pietro
Candido e nipoti Dario
Emma,Maria,Elena " 5,41.52 £ 8.000
Maestrello Egidio
Pompilio, Giuseppe " 19,98.69 £ 30.000
Soave Augusto e Giuseppe " 13,96.04 £ 22.000
Merlin Giuseppe e Pietro " 1,69.59 £ 2.000
Gianella Gervasio " 5,01.78 £ 4.000
Merlin Alvise e Luigi " 4,15.81 £ 4.000
Bertelè Giovanni " 27,09.17 £ 20.000
Bresciani ing.Mario e ing. Bruno
diritto
attivo di esazione decimale di
Asparè concretato in carati due
degli otto di cui è composto il
condominio stesso. £ 2.000
___________
TOTALE LIRE 115.961
A favore della Chiesa di AsparŠ
quasi tutte le quote sono gravate
di decima.
Il contratto prevede che le regalie di cui erano soggetti gli affittuari che consistevano nel consegnare a S. Martino 36 polli, 550 uova, due quintali di biada,venti quintali di legna secca, 18 sacchi di castelloni di sorgo, saranno commutate in lire duecento.
1918 LA QUESTIONE ADRIATICA - DALMATA MEDITERRANEA
Dannunzio "conquista Fiume"
Nuovi equlibri

1920- 1930
Nasce la Bottega del Mobile d'arte di Giuseppe Merlin (1881 1964)
1930 - 1940
Nasce la scuola per il mobile d'arte presso la ditta Giuseppe merlin
1943
Otto settembre
L'Italia perde l'impero l'esercito si scuaglia e si salva la Marina che si consegna ad Algeri agli Inglesi.

1945 perde quasi trieste che viene divisa in zona a e zona b
perde l'istria e fiume
perde i possedimenti adriatici
perde il controllo dell'adriatico in favore di stati uniti e gran bretagna, francia e UNione sovietica per tramite della iugoslavia

1945
Trieste e gorizia Berlino sono Š divisa in due parti.
L'adriatico Šinternazionalizzato tra alleati e israele
1968
L'italia Š sconvolta da proteste e scioperi finalizzati alla destabilizzazione dei Governi e dell'alleanza atlantica.
1989
Cade il muro di berlino e l'UNIONE SOVIETICA si disgrega. Lascia il posto alla repubblica Russa che si rifonda.
Berlino si Š riunificata coscome la germania che riassorbe l'ex DDR.
Il confine veneto friulano sentono l'allentarsi della morsa del patto di varsavia ma nasce l'alleanza astro tedesca per la risonquista della slovenia della croazia e della dalmazia.

1990
1992

1993
Tangenti scoperte dei governi sbaragliano dalla politica LA dirigenza DC, ma particolarmente tutto il PSI, e altri minori.

1994
Governo Berlusconi viene affondato da Oscar luigi Scalfaro Presidente della Repubblica

1995
Ribaltone e governo Ciampi poi governo Dini
La politica Š affidata ai governatori della banca d'italia unica garanzia per i patner internazionali dato che L'italia Š immersa in un debito abissale.


1998
Si fa l'EURO con guida germanica.
Continuano sbarchi di profughi curdi in sud italia che destabilizzano il governo Italiano.

1998
Governo Prodi
Strage del Venerdsanto: La mariana Italiana cola a picco una imbarcazione inerme di 6o profughi albanesi. Ministro della Difesa Andreatta.
L'italia fa un protettorato in Albania in accordo con l'inghilterra e le nazioni europee.

23 giugno o luglio 1998
A vicenza Cade la giunta di centrosinistra Guidata dal Sindaco democristiano Quaresimin.

26 luglio 1998 Renato De'Paoli Lanza(1956) figlio di Paolo (1915) e di Lanza Rosa (1920) viene aggredito nella sua abitazione sita in Vicenza contr... Santa Caterian 62/b, nell'ex oratorio delle zitelle da uno sconosciuto.I giornali non rilevano la notizia.(Notizia forse riservata dicono i Carabinieri).
Renato De Paoli Lanza chiede il trasferimento da Vicenza alla Regione Veneto. Il Commissario prefettizio ( Vice prefetto Rubino) approva la richiesta.Il trasferimento non si Š ancora attuato (27 dicembre 2000)
Le intimidazioni e le minacce ora telefoniche continuano fino a novembre.
La magistratura vicentina sembra poco e male informata della vicenda.
Si interessa del caso il Dott. Severi che ha il suo ufficio all'angolo di Corso Palladio con contr... santa Corona.
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L'appuntato Longo dei carabinieri svolge per mesi alcune indagini e riscontri telefonici. Non danno esito.


1999
Governo D'Alema
Marzo Governo D'Alema con gli alleati USA e Europei attacca la serbia da basi aeree Italiane.
Settembre Gli alleatio dopo intensi bombardaneti piegano Belgrado e la serbia erede dell'ex iugoslavia dissolta.

2000
L'italia tenta di accelerare l'ingresso della Turchia nella Comunit... economica.
In Austria vince Hajder, Gli USA e Israele ritirano l'ambasciatore da Vienna.
L'italia Š schierata in Cossovo a presidio con gli alleati USA,GB,F,D,RUSSIA dell'accordo sulla pacificazione dell'area e il controllo del Mediterraneo internazionalizzato.

febbraio 2000 Haider Š messo in mora dalla Comunit... europea di strasburgo.
Renato De'Paoli Viene nominato responsabile delle fabbriche storiche artistiche di Vicenza senza adeguamento di stipendio.
marzo 2000
A mOnte berico s'inaugura una mostra d'arte: Annette Ronchin Š tra le selezionate. resenta le opere il Prefetto Giovanucci e il priore.
2000 aprile 16
Il centro destra vince le elezioni regionali e mette in crisi il governo D'Alema (Centrosinistra)
Dichiarazioni di comprensione per Haider di autorit... Friulane e Vicentine
I Radicali chiedono di chiarire che rapporti intercorrono tra serbi e la lega di Bossi.
Pressioni sul triveneto.
Onore delle armi a D'Alema che se ne va.
Cacciari perde e se ne va da Sindaco di Venezia.
Vince Galan con Bossi.
Dopo quaranta anni di rivendicazioni si fa strada l'autonomia e un nouovo rapporto strategico economico diplomatico anche per
a SPARE' tto
Governo Amato (socialista).
La Ministro dei beni culturali e ambientali elogia pubblicamente De Paoli Lanza Flavia in occasione della visita alla ex Pesfosfati di Cerea nel novembre 2000 con recensione sulle cronache della provincia.
Il Prefettop Giovannucci viene trasferito a Verona.
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Nome al quanto sconosciuto ai piŠ stata dal 1800 al 1965 retta amministrativamente da un comune invasore
1960 Š cominciata la secessione da essa.
Gli scontri e le lotte sono durati per quaranta anni.
Feriti e morti non si contano.
Conta duemila abitanti, e oltre quattrocento famiglie.
Il endolaguna è ben delineato geograficamente ed ha forma regolare. La storia di Asparetto si incrocia con i territori confinanti specialmente al sud e al nord solcati dall'alveo del Fiume Menago che li attraversa e congiunge, sia per l'economia della riproduzione in stile del mobile antico.Economia fiorente che ha preso le mosse proprio da questo piccolo ma ingegnoso paese grazie all'ardimento di un grande concittadino fodatore della ditta caposcuola l'ormai mitico Giuseppe Merlin.
Ma attorno a questo paese ruotano interessi che lo congiungono e uniscono agli altri confinanti quali Sanguinetto dal quale dipese per giurisdizione militare e giuridica nel 1400, o Concamarise da cui dipese nel 1600 religiosamente. I rapporti con i vicini di ex Malavicina ora Bonavicina non sono estremamente intensi in quanto a metà dell' '800 la ferrovia Verona-Rovigo ha tagliato ancor più i rapporti già labili. Ora con l' apertura di un sotopasso che attraversa la ferrovia, le cose vanno via via modificandosi.
L'area geografica interessanta da questi e altri comuni prende il nome di "Paleoalvei menago". Come uno zoom la storia non si vive in un sol luogo ma direttamente o indirettamente gli avvenimenti si collegano l'uno all'altro. Dai frammenti sparsi quà e la è possibile riunire in cocci riconoscibile l'anfora composta.
Non possono essere in questo mosaico non essere richiamati i toponimi del paese che spiegano anch'essi un po' di storia.
La piazza ora intitolata ad Alessandro Manzoni si trova ora al centro del ove spicca in primo piano la Chiesa di S. Nicolò di Bari eretta nel 1600 e successivamente ampliata nel 1800. La piazza ha forma rettangolare ed è chiusa su tre lati da edifici.A fianco la chiesa si trova il teatro che fa da quinta alla chiesa e la fa sembrare più grande e imponente intonato nello stile e nella forma a dare risalto alla scena principale della piazza.Edificio di due piani da tempo in restauro appateneva al Comune poi pervenne allla parrocchia che successivamente lo cedette ancora al comune.La chiesa è descritta da Renato Garzon nel libro "Asparetto il mobile d'arte". Questa conformazione si è caratterizzata a metà dell''800. In precedenza la chiesa più piccola dell'attuale sorgeva nel medeimo punto ma il fronte ovest era occupato dal cimiterino del paese che venne trasportato n epoca napoleonica-austriaca fuori dell'abitato.Il cimiterino era contornato da una mura di cinta regolare a forma quadrata con un portone nel mezzo in direzione dell'attuale porta pincipale della chiesa. Oggi non fuori terra non c'è traccia.Interventi urbani i rilievo si sono svlti tumultuosi nel dopoguerra estendendone l'abitato in quantità e qualità.Da citare i più importanti e caratteristici quali la casa di Giuseppie Merlin in via Belle Arti 1,l'ex osteria bar olmo inalzato nel 1960, recentemente deturpato da un maldestro restauro.dietro la chiesa interventi importanti sono: La casa della gioventù con l'adiacente campo sportivo parrocchiale, la scuola materna. Il quarto lato, ora aperto, era chiuso dal leggendario olmo bruciato per incuria nel 1923. Al proposito si narra che il millenario albero era così grosso, che per abbracciarlo occorrevano ben 10 uomini e che il suo tronco cavo era così ampio da ospitara lo "scarparo" del paese che d'estate ne faceva la sua bottega. L'olmo ricodato in una fotoincisione e in numerosi dipinti( da citare i Segattini 1960) ad esso ispirati è stato assunto a simbolo del paese dagli Asparetani che lo ricordavano e loricordano intitolandogli edifici, e nomi di associazioni come quella coristica etc..I toponimi del paese ne ricordano anch'essi il carattere.

I TOPONIMI

Asparetto vezzeggiativo di Asparè nome primitivo rima dell'unità d'Italia, era endolaguna aspro e inospitale o comunque pieno di asperità. C' e da immaginarsi questa polessella lasciata dall'antico corso dell'Adige poi deviato, sperduto isolotto con poche vie di conicazioni e non sempre praticabili. E. De Nicolis "Su gli antichi corsi dell'Adige" descrive in una cartina le linee di emigrazione dell'Adige indicando nel periodo di transizionedall'epoca diluviale alla alluviale il passaggio dell'Adige medesimo nelle valli che ora appartengono al Fiume Menago. La vegetazione, lussureggiante e florida era preminente nel paesaggio. Le genti di un tempo per riconoscere un lugo lo chiamavano per quello che di quel logo era più caratteristico. Per esempio Ronchiel/Ronchiello ha preso il nome da da ronchi-roncare= potare tagliare con la roncola (strumento a forma di zappa con lama finale e lungo manico) che serviva a tagliare i rami.
Campagnol indica la campagana, il Bosco tra Ronchiel e Concamarise è il ricordo di quello antico 1200 che si spingeva fino a Nogara. Pra del borel, specifica la qualità di cultura e l'antica proproietà. Per l'altimetria rispetto alla piazza e "le corti" si contraddistingue le borgata "Bassa", Isolella/alta e bassa
Gorgo di menago
Dosso
Presa della fontana
Polesine

Ferramosche
cadabese
barbugine
favaletto
tomelina
barbere/berbere
Ca di dio
Malcanton
Cantarane
Farfusola
Val di Bertelè
Palazzina
Quarto del Piatton
Coroi





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Il endolaguna Spareano ha forma irregolare a sei lati che può assomigliare alla parte posteriore di una freccia.
Al centro di questo endolaguna si trova il centro di Asparetto, con tre punti urbani rilevanti: la piazza, la crosara, e in mezzo l'isolo o così dette "corti".

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Bibliografia di riferimento
Quaderni di Nuova Presenza,Cerea settembre 1983 "La bonifica della Paleoalvei del Menago fino al XIX secolo - inedito
p 56

Remo Scola Gagliardi Quaderni di Nuova Presenza,Cerea settembre 1983 "La bonifica della Paleoalvei del Menago fino al XIX secolo - inedito
.Enc.Treccani -non dal greco "terra dalle molte isole" ma da pollicinum, dal lat.pallus, donde poi policinium e Polesino, nel significato di "terra emergente dalle acque correnti,coltivabile".
.I.G.M. F.°63 Sanguinetto, Cerea
E. Nicolis: Su gli antichi corsi dell'Adige.
.A.Priuli -Museo Didattico d'Arte e Vita Preistorica- Capodiponte 1980, pp.6,7
.Rinvenimenti a S:Agata di Pressana, le Alte di Cologna Veneta e S.Giustina di Baldaria, quest'ultimo villaggio si trovava in una zona di dossi sabbiosi; vedi AAVV -La Preistoria e l'età romana nel endolaguna sinistra Adige- Cologna V.ta 1990 p.31
.Barberis Carlo -L'età antica- Milano 1990
La perodizzazione è inevitabilmente approssimativa per la scarsità degli elementi di valutazione.
.A.Aspes,L.Fasani-Museo Civico di Storia Naturale di Verona-VR'75
inedito
.Scavi Zorzi del 1939, i materiali sono presso il Museo Fondazione Fioroni di Legnago.
.Ibid.n.7, p. 43
.Ibid.n.6, p.9 e A.M.Radmilli-Guida della Preistoria italiana-
Firenze 1975, Tav. XLIV
.Ibib.n.9
.Gerola,1908
Salzani Luciano - Prima della storia - Museo civico di Storia Naturale di Verona a di ricerche a S. Vito tra Cerea e Asparetto con scavi iniziati nel 1984
L. Salzani Museo civico di storia naturale di Verona Inediti di 10 anni di ricerche a Verona
.Ibid.n.7
.Bresciani Bruno -Terre e castella delle Basse veronesi- Bergamo 1933 p.60.
.G.Tomasi -Le palafitte del Lago di Ledro- Trento, 1982, p.4,5
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Ibid.
L.Salzani -Il endolaguna veronese durante il I millennio a.C.- in AA.VV.Banca Popolare di Verona, pp.788/790.
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.A.Aspes, S.Salvadori, Mem.Museo Civ.St.Nat.di Verona, XX, 1972
.A.Aspes, L.Fasani, Mem. Museo Civ. St. Nat. di Verona, XVI,
1968.
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Prosdocimi, Veneti e Venetico, Padova 1967, p.219
Trecca -Legnago fino al XX secolo- 1900, p.7
Ibid.n.1 p.10
.Polybio, II, 17, 5.
.Tacito Hist.,3,9,1.
Traina 1983 p. 92 ss
.Strab.,5,1,11,217.
Ibid R.Scola Gagliardi
Bricolo, 1973 p.72 ss.
.Ibid.e cfr.Bucchi 1979,p.86
.Polyb.,2,15,2. Strab.,5,1,12,218
.Sid.Apoll.,Ep.,1,5,4-5.
.Colum.,De re rust.,5,7,1; Plin.,N.H.,17,201.
.Ibid.n.39
.B.Bresciani 1938,p.96
.L.Franzoni-Il endolaguna veronese- in -Veneto e l'età romana-
Verona 1987,p.73
.F.Zorzi "Atti Acc.Agric.SS.LL.AA.", Verona,s.VI, V,1953-54
.Traina 1983,p.39 ss
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.B.Bresciani 1944, p.105 ss
.Da Lisca 1940-41,p.131 ss
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Ibidem R. Scola Gagliardi
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G. Solinas Storia di Verona, ed Via libera, Verona 1964 pag. 117
Ibidem R. Scola Gagliardi
Ibidem R. Scola Gagliardi
Asparetto CXXVII p. 65 - Dagli atti e Memorie della accademia di agricoltura scienze e lettere di VR.
Aspareto IV 4 25 anni "di Vita Veronese"

C. Cipolla Le popolazioni dei XIII comuni veronesi, Taucias Gareida, Giazza VR xv pag 75 e seg.
Biblioteca Capitolare Verona.
Asparetto XI p.195 Studi storici Veronesi di Luigi Simeoni--
Capitolo III

Università degli studi di Padova Facoltà di Magistero . Gian Maria Varanini 1980. Il distretto Veronese nel quattrocento.Fiorini VR 1980. pag 55

ibidem Varanini 1980
ASV,Zileri- Dal Verme,cassetto VI, perg. II
Ibidem R.Scola Gagliardi
Ibidem Varanini 1980, pag. 55.
Ibidem Varanini 1980 pag 75 - 76
Ibidem Varanini,
Ibidem Varanini, 1980
Ibidem R.Scola Gagliardi
Ibidem Varanini, 1980 pagg. 130,131
B.Bresciani Terre e Castella delle Basse Veronesi I.I.D.G. Bergamo 1933
Ibidem Varanini 1980 pag. 143



Notizie degli scavi delle antichit.... Regia accademia dei lincei. Regio Ministero della pubblica istruzione.dicembre 1885 - Roma Tipograf9ia della R. Accademia dei lincei - Propriet... del Cavalier V. Salvicci 1885
R. deputazione di storia patria per le Romagne - Lotte agresti. anno 1923 Bologna
(Asparetto)
1 F. Zorzi
2 F. Zorzi
3 Virgilio Erneide I
4 Dante Alighieri XX° Canto Inferno
5 Dante Alighieri I° Canto Inferno
6 Salzani
7 F. Zorzi